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Islamici in protesta davanti al Comune, il sindaco di Como nega l'incontro

Per la seconda volta in pochi mesi gli islamici di Como hanno manifestato per le vie cittadini con tanto di striscione e cartelli, urlando a squarciagola slogan in arabo per chiedere al sindaco Stefano Bruni di adoperarsi per trovare una soluzione...

Per la seconda volta in pochi mesi gli islamici di Como hanno manifestato per le vie cittadini con tanto di striscione e cartelli, urlando a squarciagola slogan in arabo per chiedere al sindaco Stefano Bruni di adoperarsi per trovare una soluzione al problema della mancanza di un luogo di culto per i musulmani. Il corteo è partito da Porta Torre ed è giunto, attrvaerso via Sauro, fino all'ingresso di Palazzo Cernezzi, sede dell'amministrazione comunale. Sawfat El Sisi, portavoce della comunità islamica comasca, ha guidato la protesta e con il megafono ha esortato il sindaco a concedere un incontro.

Il sindaco Bruni è arrivato in Comune entrando dal retro con il suo scooter. Ad attenderlo c'era la telecamera di QuiComo.it per raccogliere un suo commento a caldo. Mentre fuori dal paazzo imperversava la protesta con cori gridati a gran voce, il sindaco ha commentato: "Siamo un paese democratico, noi. Tanto è vero che possono protestare. Ma non gli darò ascolto oggi. Tra l'altro sono in costante contatto con El Sisi". Insomma, Bruni non ha visto alcun motivo per cui avrebbe dovuto accogliere una delegazione di musulmani. Tra l'altro lo stesso sindaco ha detto che non era al corrente della protesta. In effetti si è tratta di una manifestazione organizzata ma non "pubblicizzata" negli scorsi giorni.

L'invito rivolto al sindaco è stato di prendere un provvedimento che garantisca ai musulmani di avere un luogo di preghiera. "Fai un bel gesto - ha detto El Sisi - prima di finire il tuo mandato al quale mancano ancora solo due mesi". La protesta di oggi, che come detto è la seconda nel giro di tre mesi, sembra testimoniare un inasprimento del clima tra comunità islamica e amministrazione comunale.

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