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1° maggio a Como, sindacati contro Comune: sciopero di 8 ore

No ai negozi aperti nella giornata della Festa dei Lavoratori. Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, in riferimento all'ordinanza del 26 aprile del sindaco di Como Stefano Bruni che prevede appunto la facoltà degli esercizi commerciali di...

No ai negozi aperti nella giornata della Festa dei Lavoratori. Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, in riferimento all'ordinanza del 26 aprile del sindaco di Como Stefano Bruni che prevede appunto la facoltà degli esercizi commerciali di aprire per la giornata di domenica 1 maggio, hanno deciso di proclamare lo sciopero per l'intera giornata.

L'attacco dei sindacati - «Crediamo che l'ordinanza in questione sia grave e sbagliata – dichiarano i segretari delle categorie – per due motivi: viola quanto già definito dal Comune a novembre del 2010, sulla scorta di un accordo raggiunto con tutte le parti del settore interessate (associazioni datoriali, sindacali, consumatori) che prevedeva la programmazione delle aperture degli esercizi commerciali per le domeniche e le festività dell'anno in corso. In quell'occasione ci fu l'impegno dell’amministrazione comunale a non prevedere la facoltà di apertura per il primo maggio. Per tanto è evidente come il Comune non sia nelle condizioni di tener fede ad impegni precedentemente assunti. Le regole e i meccanismi che portano a costruire percorsi condivisi di regolamentazione delle aperture sono importanti: con questa ordinanza il Comune è artefice di uno strappo e una forzatura, a quanto ci risulta, non condivisa e tanto meno caldeggiata neanche da Confcommercio. Le deroghe alle aperture non sono sicuramente la ricetta per combattere la crisi e per dare sviluppo al settore del turismo, anzi peggiorano le condizioni di chi lavora nel settore. Infine non dimentichiamo il significato della festività del 1° maggio: anche in questo senso ci sembra vi sia l'intenzione di svilirne la funzione. L'utilità sociale di questa festa - con i negozi chiusi! - sta proprio nel ricordare e celebrare i valori di giustizia sociale, libertà e democrazia. Valori non derogabili».

La reazione del sindaco - "Ancora una volta la presa di posizione dei sindacati è ideologica e pretestuosa e con il loro atteggiamento dimostrano di essere contro i lavoratori, contro i consumatori, contro le imprese e a favore del nulla. L’ordinanza del Comune dà ad ognuno la libertà di scegliere se aprire o meno la propria attività. Vista la particolare situazione di crisi economica, che sta incidendo in maniera negativa sul settore commerciale, e visto anche il notevole afflusso di turisti in questi giorni di festa in città abbiamo voluto dare un’occasione in più di crescita. L’ordinanza è arrivata troppo tardi? Le richieste sono arrivate all’indomani delle aperture di Pasqua e Pasquetta e sono state formulate proprio alla luce di quelle aperture. Il provvedimento è stato firmato il 26 aprile, immediatamente, quindi, a seguito delle richieste avanzate dalle associazioni di categoria. Ripeto, sono polemiche pretestuose e sterili, lontane dalle esigenze di chi ha la necessità di mantenere un posto di lavoro, un’attività, e noi certamente non saremo mai dalla parte di chi non considera il lavoro un valore e un obiettivo da preservare".

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