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Primarie Pd: Elly Schlein vince (anche) a Como

Chi è Elly Schlein, il nuovo volto del Pd

Sarà Elly Schlein il nuovo volto del Pd dopo Enrico Letta. La deputata che sfidava Stefano Bonaccini (governatore dell'Emilia Romagna) ha vinto in maniera netta alle primarie. In Lombardia sono stati circa 160mila i votanti. In tutta Italia si è recato alle urne più di un milione di votanti, intorno a 1.300.000 persone. Numero che supera l'obbiettivo minimo fissato dal Pd.

A Como e provincia su 6.751 votanti, Schein ha raggiunto 58% contro il 32% di Bonaccini. 

"Sono immensamente grata perché insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione - ha dichiarato la 38enne- Anche stavolta non ci hanno visti arrivare. Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi. Da domani lavoreremo insieme nell'interesse del paese. Lavoreremo per l'unità, il mio impegno è di essere la segretaria di tutte e di tutti, per tornare a vincere".

Chi è Elly Schlein

Elly Schlein nasce a Lugano, in Svizzera, nel 1985. Figlia di Melvin Schlein, accademico statunitense, e di Maria Paola Viviani, docente universitaria italiana di Giurisprudenza, è ultima di tre figli (Benjamin e Susanna il fratello e la sorella maggiori). Il nonno materno è Agostino Viviani, antifascista e avvocato oltre che senatore del Partito Socialista dal 1972 al 1979, anni in cui riveste anche la carica di Presidente della Commissione Giustizia.

Schlein si appassiona alla politica già da giovane e, nel 2008, partecipa come volontaria a Chicago per la campagna elettorale di Barack Obama. Nel 2011 si laurea all’Università di Bologna in Giurisprudenza e, nello stesso anno, fonda l’associazione studentesca Progrè, una realtà che si occupa di fare informazione e di sensibilizzare sui temi come migrazioni e carcere. Nel 2013, in occasione delle primarie che porteranno Matteo Renzi a diventare il nuovo segretario dem, entra nel Partito Democratico sostenendo la candidatura di Pippo Civati.

Nel 2016 viene nominata relatrice per il gruppo Socialista e Democratico sulla riforma dei trattati di Dublino, la norma che stabilisce quale Stato membro è responsabile per ogni richiesta d’asilo presentata all’UE. Dopo due anni e ventidue riunioni, in cui ha l’allora eurodeputata presentò ben 145 emendamenti volti a cancellare il criterio di ‘primo Paese d’accesso’, nel novembre del 2017 il Parlamento europeo approva la riforma dei trattati, sostituendo i precedenti criteri con “un meccanismo di ricollocamento automatico e permanente, che da un lato valorizzi i legami i significativi dei richiedenti asilo e dall’altro obblighi tutti gli Stati europei a fare la propria parte sull’accoglienza”. Per Schlein e per tutta la sinistra europea è una vittoria storica.

Dopo gli anni trascorsi tra Strasburgo e Bruxelles, Schlein decide di non ricandidarsi in Europa preferendo invece, nel 2020, l’appoggio a Stefano Bonaccini (che avrebbe poi vinto nuovamente le elezioni dopo la prima vittoria nel 2014) nella corsa alla presidenza della Regione Emilia-Romagna con la sua lista “Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista”. Viene eletta con 22.098 voti personali, facendo registrare il record di preferenze verso un candidato in tutta la storia delle elezioni emiliano-romagnole. L’11 febbraio viene nominata vicepresidente della Regione Emilia-Romagna.

Alle politiche del 2022 viene candidata ed eletta alla Camera come indipendente tra le liste del PD nel collegio plurinominale Emilia-Romagna 02. È il preludio del suo ritorno nel Partito Democratico: dopo le dimissioni annunciate da Letta, il 4 dicembre del 2022 Schlein si candida alla segreteria del partito, annunciando anche il suo ritorno all’interno di esso dopo sette anni di assenza.

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