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Piazza Cavour, Stefano Legnani: "Povera Como... Come sei finita in basso..."

Ma una città senza visioni resta palude, e non lo si scopre solo oggi

"Piazza Cavour, prima sera d'estate. Non c'è il palco e non c'è nessun evento. Poi mi sono ricordato che a differenza delle scorse estati il Comune non è stato in grado di organizzare neppure il calendario degli eventi estivi. E questa sarebbe l'attenzione per la città turistica? E questa sarebbe la città della Cultura. Povera Como... Come sei finita in basso...".  Questa condiderazione, con tanto di foto a corredo, è stata scritta da Stefano Legnani, nome di peso del Pd cittadino, che l'ha postata ieri sera sulla sua pagina Facebook. Una considerazione che, pure al netto delle rivendicazioni politiche, resta difficile da smentire. Ad oggi, domenica 24 giugno, un calendario degli eventi predisposto da Palazzo Cernezzi non esiste e qualsiasi cosa dovesse arrivare, sarà inevitabilemente in ritardo. Così, mentre divampano le polemiche per piazza De Gasperi, la questione estate diventa sempre più calda.

Restano però sul tavolo due antiche questioni da dirimere: una oggettiva, l'altra programmatica. Una città che vuole crescere, anche attraverso cultura e turismo, deve necessariamente avere una visione molto lunga. In altre parole, non si può pensare ogni anno alla prossima estate facendo dell'emergenza un'abitudine a cui dovere sempre rimediare. Se nel tempo si fosse costruito un percorso granitico, resistente alle onde politiche che arrivano ad ogni cambio di governo, non saremmo qui a meravigliarci di una piazza Cavour deserta o di una piazza De Gasperi minata dal coprifuoco. Ma soprattutto, pensare che tutto vada fatto in nome dei turisti rimane un errore gigantesco. Bisogna essere miopi per non capire che ogni sforzo in chiave culturale deve essere compiuto innanzitutto per i propri cittaddini: Como deve mostrarsi viva a prescindere dai suoi sogni di buona ospitalità. Una città senza idee, senza progetti, non mortifica solo che ci arriva per un giorno ma avvilisce tutti. Un po' come quando a luglio a Sant'Agostino, tanto per mettere in mostra soluzioni di peso, si installano i gonfiabili. Senza confrontarsi con il resto d'Europa, pensiamo ad esempio a Bregenz, chiedere a Barbara Minghetti, si resta palude. Una pozza nella quale tutti si agitano per rivendicare le proprie ragioni ma nessuno ne esce portando fino a riva un orrizzonte inattaccabile. 

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