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Skinhead a Como, Bossi a Salvini: "Non cercare quei voti"

Ma il segretario replica: "Solo ragazzi con un volantino"

Mentre tutto il mondo politico - ad eccezione per i movimenti di estrema destra - condannano il blitz naziskin di Como del 28 novembre 2017, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, minimizza l'accaduto. Tanto che dopo Roberto Maroni, è lo stesso fondatore ed ex leader del Carroccio, Umberto Bossi, a intervenire da Chignolo Po (dove si sono ritrovati gli "indipendisti della Lega), per lanciare un monito rivolto proprio a Salvini.

"Il mondo è pieno di matti - sono state le parole del Senatur - diciamo che quei voti la Lega non deve cercarli. Io sono di una famiglia di antifascisti, combattenti non chiacchieroni: mia cugina è morta sul Monte Rosa. La penso come Spinelli, che considerava lo Stato Nazione il male assoluto anche se qualcosa di buono lo ha fatto come contenitore della democrazia". Ma il segretario della Lega, Matteo Salvini, a distanza di qualche ora replica e insiste sulla sua tesi: "Per buonisti, sinistri e giornalisti il problema dell'Italia sono dieci ragazzi di destra che leggono un volantino. Per me invece il problema sono le migliaia di clandestini che picchiano, rubano, stuprano, spacciano. E poi parlano di fake news".

Salvini ha replicato dopo poche ore: "Per buonisti, sinistri e giornalisti il problema dell'Italia sono dieci ragazzi di destra che leggono un volantino. Per me invece il problema sono le migliaia di clandestini che picchiano, rubano, stuprano, spacciano. E poi parlano di fake news".

Ne ha approfittato Matteo Renzi per gettare con un twitt benzina sul fuoco nel confronto in corso all'interno della Lega sul caso degli skinhead di Como: "Persino bossi si è accorto che Salvini ha trasformato la Lega nel cavallo di troia dell'estrema destra. In Europa monta una marea nera, aprirle la porta è da irresponsabili"

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