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Approvata mozione per realizzare a Como la "casa dell'acqua"

Il consiglio comunale di Como ha approvato una mozione che impegna l'amministrazione comunale a realizzare le case dell'acqua, cioè distributori di acqua dall'acquedotto cittadino fornita sia naturale che gassata. L'acqua erogata dalle case...

Il consiglio comunale di Como ha approvato una mozione che impegna l'amministrazione comunale a realizzare le case dell'acqua, cioè distributori di acqua dall'acquedotto cittadino fornita sia naturale che gassata. L'acqua erogata dalle case dell'acqua è ulteriormente depurata rispetto all'acqua del rubinetto, ma è fondamentalmente la stessa e viene erogata a prezzi assai modici rispetto alle acque in bottiglia che si trovano in commercio. La discussione in aula è stata abbastanza serrata e non tutti hanno votato a favore. la mozione è stata presentata dal consigliere Luca Ceruti (M5S). La mozione, così come presentata, conteneva nelle dispozioni abbastanza precise sul servizio da erogare e sull'appalto da assegnare, prevedendo un prezzo calmierato per due anni pari a 5 centesimi al litro. Tuttavia, Marco tettamanti (Como Civica) ha chiesto di emendare la mozione e insieme a Ceruti ha concordato un emendamento per ampliare la portata della mozione anche al di là della casa dell'acqua. Il testo approvato, quindi, invita sindaco e giunta a "promuovere l’uso dell’acqua pubblica con un campagna di informazione e sensibilizzazione (manifesti, volantini, brochure, ecc.); a recuperare e valorizzare le fontanelle e i lavatoi esistenti del territorio comunale, che costituiscono patrimonio storico della città e rappresentano un’opportunità di accesso pubblico, libero e gratuito all’acqua potabile; a realizzare sul territorio comunale dei distributori automatici di acqua (Casa dell’acqua), attraverso l’individuazione di aree comunali da concedere per l’erogazione del servizio pubblico in oggetto e da affidare in concessione per la collocazione di un distributore automatico per la vendita direttamente al consumatore finale di acqua alla spina naturale e gasata. L’intervento dovrà portare alla vendita ad un prezzo calmierato del bene acqua e tale prezzo dovrà rimanere invariato per almeno 2 anni dalla data di inizio dell’erogazione".

L'emendamento ha eliminato alcuni "paletti" (per esempio il prezzo di 5 centesimi) e ha inserito la promozione dell'acqua pubblica da parte del Comune attraverso una campagna di sensibilizzazione e informazione. Proprio questa ultima modifica ha portato più di un consigliere (per esempio Enrico Cenetiempo del Pdl e Alessandro Rapinese di Adesso Como) a non votare a favore della mozione, poiché il documento così emendato spingerebbe l'amministrazione a spendere soldi per la campagna di sensibilizzazione che le casse del Comune non possono permettersi. "Inoltre - ha spiegato Cenetiempo - finirebbe che l'acqua pubblica sarebbe pagata due volte, non solo da chi si rifornisce alla casa dell'acqua, ma anche da chi si beve l'acqua di casa sua".

L'emendamento è stato approvato da tutta la maggioranza e bocciato da Rapinese e Cenetiempo (Lucini, come consuetudine del sindaco nelle mozioni, si è astenuto). Astenuti tutti gli altri consiglieri di opposizione. La mozione emendata è stata poi approvata con 22 voti favorevoli (tutta la maggioranza e Anna Veronelli del Pdl), i voti contrari di Rapinese, Laura Bordoli, Sergio Gaddi e Francesco Scopelliti, e gli astenuti Cenetiempo (Pdl), Marco Butti (gruppo misto), Diego Peverelli e Alberto Mascetti (Lega Nord). Ha votato a favore anche Anna Veronelli (Pdl).

Sempre secondo il testo della mozione approvata "gli erogatori della Casa dell’Acqua sono una soluzione sicura ed ecologica per un approvvigionamento idrico “intelligente” della comunità" e "la spesa sostenuta per tale progetto si ammortizza in breve tempo rappresentando successivamente fonte di reddito per il comune, sia con la vendita dell’acqua che attraverso l’eventuale installazione di pannelli pubblicitari applicati sulla struttura".

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