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Maroni crea "Unità di crisi" per salvare il lungolago di Como

Come anticipato in questo articolo, dopo il provvedimento di oggi di Regione Lombardia, Como perde la gestione del cantiere della paratie. "Abbiamo deciso di sbloccare la situazione - ha affermato questa mattina in conferenza stampa il...

Come anticipato in questo articolo, dopo il provvedimento di oggi di Regione Lombardia, Como perde la gestione del cantiere della paratie. "Abbiamo deciso di sbloccare la situazione - ha affermato questa mattina in conferenza stampa il governatore Maroni - con l'obiettivo di ripristinare le condizioni operative necessarie alla ripresa e al completamento dell'opera. Con la delibera di oggi - ha aggiunto - si chiude una pagina e se ne apre una nuova, con l'intento di fare tutto quello che serve in tempi rapidi per arrivare alla conclusione dei lavori".

Tre azioni

Ecco, nel dettaglio, i provvedimenti assunti dall'Esecutivo di Palazzo Lombardia.

- Revoca al Comune di Como del compito di soggetto attuatore dell'intervento.

- Attribuzione a Infrastrutture Lombarde delle funzioni di stazione appaltante.

- Costituzione di una 'Unita' di crisi' che presiederà e coordinerà tutte le attività e le relazioni connesse all'intervento con particolare attenzione ai rapporti con il territorio e con le istituzioni.

Unità di crisi

"L'abbiamo definita "Unità di crisi" - ha spiegato ancora il Governatore, perchè quella delle paratie è una vera e propria crisi. Noi ora ci assumiamo l'impegno di risolverla ben sapendo che e' complicato e difficile. Io voglio che le opere si facciano e si facciano bene. Ci sono stati coinvolgimenti penali, la Procura della Repubblica, Anac, il Governo, tutti si sono mossi sulle paratie ma non e' stato risolto nulla. Ora la Regione si prende in carico la questione per concludere i lavori. Intendiamo interloquire con tutti: con il Comune di Como, con la Procura, con Anac e con il territorio in tutte le sue organizzazioni". Coordinamento

"La prima fase, ha proseguito Maroni, "sarà fare in tempi rapidi una verifica della situazione. Apriremo rapidamente una interlocuzione con Anac per capire se e come possono essere utilizzati i progetti che gia' ci sono. Quando avremo il quadro, potremo fare il cronoprogramma definitivo. Intendiamo comunque procedere nei tempi piu' rapidi possibili. Questa interlocuzione con le istituzioni e con il territorio sara' coordinata dall'assessore Viviana Beccalossi e dall'architetto Paola Ghiringhelli, che avra' il compito di riferire al territorio di Como e di ascoltare le proposte, le idee e i suggerimenti che da questo arriveranno".

Governo Centrale

Infine il presidente ha voluto ribadire che "il governo non c'entra con le paratie di Como. Questa - ha detto - è un'opera della Regione. Cio' detto, nell'ottica della leale collaborazione, io andro' a parlare con Palazzo Chigi per

capire se e come il governo possa essere coinvolto. Non ho contrarietà in questo, ma la responsabilità è della Regione".

Tavolo Tecnico

Per tenere costantemente monitorata la situazione, a fianco dell'Unita' di crisi coordinata da Paolo Baccolo, e' stato attivato un Tavolo tecnico permanente di ascolto (che si riunirà per la prima volta giovediì prossimo 20 ottobre e poi almeno una volta al mese) coordinato dall'architetto Paola Ghiringhelli. barca-abusiva-cantiere-paratie Dal canto suo, Viviana Beccalossi. assessore regionale all'Urbanistica e al Territorio, ha aggiungo: "È un cantiere che riguarda la Regione che aveva affidato al Comune l'incarico di fare i lavori. Ci sono state una serie di intoppi anche di carattere giudiziario. La documentazione e' presso la guardia di Finanza, e' una vicenda molto ingarbugliata,

complessa".

"Dobbiamo parlare poco e lavorare tanto - ha precisato Beccalossi - partendo dall'ascolto. Ci confronteremo con tutti gli esponenti del territorio: mondo economico, produttivo, dell'associazionismo e semplici cittadini perche' a noi interessa esclusivamente ridare il lago ai comaschi aldilà delle polemiche. Faremo tutto cio' - ha concluso Beccalossi - gomito a gomito con Anac per non buttare via tutto ciò che e' stato fatto fino ad oggi. Sono stati spesi soldi pubblici che noi non vogliamo sprecare perchè li riteniamo più sacri dei nostri privati".

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