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Pareggio nei voti: assessore Cavadini salvato dalla sfiducia

Bocciata la mozione di sfiducia contro l'assessore alla Cultura Luigi Cavadini. Ieri il consiglio ha votato a scrutinio segreto intorno all'una di notte dopo un serrato dibattito. Hanno partecipato al voto 28 consiglieri: 11 di minoranza e 17...

Bocciata la mozione di sfiducia contro l'assessore alla Cultura Luigi Cavadini. Ieri il consiglio ha votato a scrutinio segreto intorno all'una di notte dopo un serrato dibattito. Hanno partecipato al voto 28 consiglieri: 11 di minoranza e 17 di maggioranza. I voti sono stati: 11 favorevoli alla sfiducia, 11 contrari e 6 schede nulle (verosimilmente tra consiglieri di maggioranza).

La mozione è stata presentata dal consigliere Sergio Gaddi (Forza Italia), primo firmatario del documento. Tanti i punti toccati da Gaddi per criticare aspramente l'assessore Cavadini nella gestione delle mostre di Villa Olmo, in particolare di quella del 2014 che inizierà a giugno. “Il bando per affidare l'organizzazione della rassegna – ha detto Gaddi – è andato deserto perché è stata considerata di poco interesse anche dalle maggiori società che organizzano eventi. La certezza di ottenere contributi da 300mila euro avrebbe dovuto attirare tante società”. Il consigliere forzista, poi, ha snocciolato qualche numero: “Le opere della mostra che l'assessore vuole organizzare quest'anno hanno un valore assicurativo di circa 5 milioni di euro. Per rassegne di questo tipo si tratta di un valore sotto zero. Le mostre che abbiamo organizzato noi (nove, ndr) hanno avuto un valore assicurativo complessivo di circa un miliardo di euro”.

Marco Butti (gruppo misto) nel suo intervento ha insistito molto sul curriculum e sulle competenze della società milanese – Sae Comunicazione Integrata - che si è aggiudicata con affidamento diretto: “Si credeva che il bando non sarebbe potuto andare deserto, invece nessuno si è presentato. Poi si è fatta avanti questa società che ha presentato un progetto a nostro avviso di qualità non adeguata all'evento che si vuole organizzare. Nel curriculum di questa società non risulta l'organizzazione di eventi simili a quello che si vuole allestire quest'anno a Villa Olmo. Vogliamo capire se davvero questa società possiede i requisiti previsti nel bando andato deserto”. Butti ha inoltre voluto precisare: "In una lettera indirizzata all'amministrazione e protocollata il 22 aprile Sae afferma che è stato il Comune a manifestare interesse nei suoi confronti".

Cavadini, anche esortato dal consigliere di maggioranza Luigino Nessi (Paco-Sel) è intervenuto in aula: “Pensare che si potesse fare a meno del bando è assurdo e questo lo sa bene anche il consigliere Gaddi. Per la realizzazione della rassegna 2014 non c’erano possibilità diverse da quelle del bando che è stato costruito per avere un risultato per l’amministrazione e per avere tutte le garanzie per chi doveva parteciparvi”. L'assessore ha inisitito sulla validità dei criteri del bando e sull'opportunità di indirlo: “Voglio sottolineare che si tratta di un bando su cui c’è stata e c’è ancora molta attenzione da parte di molti musei italiani. Era logico un’operazione che prevedesse la disponibilità di un budget di partenza. Non si può dire che nel passato non è avvenuto, anche a Csu è stato garantito un pacchetto di denaro. In questo caso per l’amministrazione comunale non è previsto il rimborso di un eventuale deficit. Sarà la società privata a farsi carico di tutto. Continuo a ribadire che non è previsto alcun buco. Il bando è andato deserto perché la percentuale di guadagno che faceva presumere è più bassa di quella che si aspettano le società che di solito organizzano mostre. La società, Sae Comunicazione Integrata, si è proposta autonomamente. Anch’io non conoscevo questa società. Loro ci hanno contattato ed erano disponibili per affrontare questa situazione. Qualcuno parla senza aver visto la mostra dell’anno scorso. Prediligo le aspettative di carattere culturale rispetto a quelle di carattere economico. L’arte italiana è fatta di artisti italiani ma non ci sono solo i grandi nomi. Questa rassegna sarà una panoramica di quella che è stata l’arte italiana in tutto il Novecento. È ora che alla gente si dia la possibilità di conoscere qualcosa di più. Concludo dicendo che molte volte prima di fare certi interventi bisognerebbe avere il coraggio di guardarsi allo specchio. Questo lo dico per me ma soprattutto per molti consiglieri che sono intervenuti in aula questa sera”. Ada Mantovani: “Il bando è andato deserto anche se c'erano già 300mila euro di sponsor già raccolti, oltre alla disponibilità dello spazio. In altre città l'organizzazione di mostre viene affidata interamente a società private senza garantire contributi e lasciando sulle loro spalle l'onere di eventuali perdite. La società alla quale ora l'affidate ha ammesso di non avere partecipato al bando perché l'arte non è il suo core business. Nel bando andato serto veniva chiesto che l'azienda avesse un fatturato specifico derivante dall'attività legata all'arte”. Per Stefano Legnani (capogruppo del PD) ha chiesto alla minoranza di ritirare la mozione: "Non ha più senso questa sfiducia perché il suo presupposto è venuto meno: nonostante il bando sia andato deserto la mostra si farà".
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