Butti: "Dalla Simone me lo aspettavo, la sua era una candidatura di disturbo"
All'indomani dell'annuncio di Federica Simone di volersi ritirare dalla corsa per le primarie del Pdl di Como per sostenere Sergio Gaddi contro Laura Bordoli, il coordinatore provinciale del partito, il senatore Alessio Butti, decide di rispondere...
All'indomani dell'annuncio di Federica Simone di volersi ritirare dalla corsa per le primarie del Pdl di Como per sostenere Sergio Gaddi contro Laura Bordoli, il coordinatore provinciale del partito, il senatore Alessio Butti, decide di rispondere ad alcune nostre domande cogliendo l'occasione per dire la sua versione dei fatti su chi appoggia chi e perché. Infatti, dalla Simone è arrivata l'accusa rivolta a lui e, più in generale, ai vertici del partito locale, di avere coalizzato contro Gaddi per sostenere la Bordoli.
Federica Simone si è sfilata dalle primarie in aperta polemica con lei. Altrettanto apertamente ha dichiarato di voler sostenere Gaddi, in contrapposizione a Laura Bordoli che avrebbe, stando alla Simone, l'appoggio suo e del suo vice Tambini. Come ha preso l'iniziativa della Simone? Se lo aspettava?
Certo che me l'aspettavo. Era una chiara candidatura di disturbo e ciascuno è libero di fare ciò che crede con la propria dignità. Comunque rispetto la sua scelta anche se da quindici giorni dice cose non vere nei miei confronti alle quali, naturalmente, non replico. Una donna con il suo cognome, importante in citta', non puo' farsi trattare cosi.
Lei e Tambini non avete mai appoggiato esplicitamente la Bordoli, questo è vero. E implicitamente? Domanda inutile, essendo lei il coordinatore provinciale di tutto il Pdl comasco e non solo di una parte, mi risponderà che lei è equidistante. Allora le chiedo, da dove nasce la diffusa convinzione che lei sostenga la Bordoli?
In questi quindici giorni di primarie sono stato a Roma e in giro per l'Italia inviato dal segretario Alfano a presiedere congressi del Pdl. Come coordinatore ho mantenuto una condotta di assoluta trasparenza. Chi sostiene il contrario è in malafede. La "diffusa convinzione" nasce dal fatto automatico che essendo Gaddi sostenuto da Dell'Utri e Rinaldin io debba stare dall'altra parte. Ma mentre Rinaldin e Dell'Utri hanno dichiarato il sostegno a Gaddi io ho fatto il coordinatore del partito.
Credo che non ci sia niente di più politico delle primarie. Il Pdl non è stato in grado di esprimere un nome condiviso, questa è o no la testimonianza di una netta spaccatura politica interna al Pdl?
Voi giornalisti dovreste mettervi d'accordo con voi stessi. Se troviamo un candidato unico non va bene, se facciamo le primarie non va bene. Se si discute siamo spaccati, se non si discute non siamo liberali. Ma dai!
Che la spaccatura sia palese lo hanno ribadito Rinaldin e Pozzi che sono arrivati a rivendicare le cariche apicali del Pdl provinciale in contrapposizione a lei e a Tambini. Parlo del Pdl a livello comasco: sembra che non siate mai stati un partito veramente unitario, perché? Forse andreste più d'accordo se esistessero due poltrone da coordinatore provinciale, due poltrone da sindaco e così via. O litighereste anche in quel caso per chi debba averle tutte?
Chiariamo una cosa, se veramente, come dicono Pozzi e Rinaldin, di qua ci fossero solo Tambini e Butti, con i loro pochi amici, lo scenario sarebbe quello di una battaglia navale impari tra una portaerei e una Lucia. Sulla portaerei ci sarebbero 30 mila preferenze alle regionali (Pozzi e Rinaldin), un giornale col suo direttore (L'Ordine e Sallusti), il senatore dell'Utri, il presidente di Comodepur Colombo e una pletora di amministratori. Così non è e io non cado nelle provocazioni. Ma se sono così forti perché non ci hanno fatto celebrare il congresso provinciale? Io non ho litigato con nessuno. Pozzi è stato mio vice e non abbiamo mai avuto uno screzio. Pozzi ha condotto una campagna elettorale regionale tutta in chiave "anti Rinaldin", si riguardi i filmati e le dichiarazioni dell'epoca, poi ha cambiato alleandosi con il suo nemico. Fatti suoi, ma qualcosa mi sfugge. Anche in questo caso pero' voi giornalisti dovete sintonizzarvi meglio. Se al congresso ci sono due candidati è spaccatura, se il candidato è unico il partito è a dinamica autoritaria. Ridicolo.
Noi non abbiamo mai detto che un unico candidato equivale a una dinamica autoritaria del partito. Ma perché il Pdl non è riuscito a esprimere un candidato unico e condiviso e ha dovuto fare ricorso all'insolito strumento delle primarie?
Perche' tutti volevamo le primarie, perche' il Pdl nazionale suggerisce le primarie, perché ci sembrava giusto sperimentare questo strumento per noi inedito. A Monza, ad esempio, mi sembra di capire che le primarie non le faranno. Questo vuol dire che il Pdl di Como è democratico e liberale mentre quello di Monza non lo è? Le primarie vanno valutate caso per caso.
Forse a Monza non c'è la spaccatura che c'è qui a Como. Ad ogni modo, la Simone contesta il fatto che si sia andato a cercare un candidato fuori dal partito? Quanto è comprensibile la sua critica?
Il partito non ha cercato proprio nessuno, si è limitato a valutare una serie di disponibilità. Il segretario Alfano ha detto "apritevi alla società civile, non rendete le nostre liste impermeabili a novità e contributi esterni al Pdl". Se permette seguo quello che dice il segretario del partito.
Nessuno, finora, nemmeno la stessa Bordoli, ha detto con limpidezza chi e come si sia individuato in lei il possibile candidato sindaco. Ci toglie una volta per tutte questa curiosità?
E' espressione della società civile, mi è stata presentata da un folto gruppo di persone non tutte politicamente individuate. Ha chiesto di potersi mettere a disposizione della sua città. Secondo lei potevo ignorare una disponibilità così disinteressata e nuova? Le ho spiegato che avrebbe dovuto affrontare le primarie e lei, pur essendo estranea alle logiche di partito e consapevole del rischio, ha accettato. Sono dispiaciuto che altri non abbiano avuto lo stesso coraggio e la stessa voglia di mettersi in gioco. Con più candidati avremmo avuto più scelta, o no?
Come può il Pdl – cito lo slogan della Bordoli – impegnarsi a voltare pagina? Voltare pagina rispetto a chi o a che cosa? Rispetto a se stesso?
Non giudico gli slogan. Ne' quelli della Bordoli, ne' quelli di Gaddi. Sono elezioni primarie. Il partito entrerà in gioco dopo il 4 marzo.
Del resto dieci anni di amministrazione Bruni hanno mostrato una cosa: che il sindaco deve fare i conti con il suo gruppo e con la sua maggioranza, quindi come si fa a votare ancora uno schieramento che ha mostrato palesi divergenze e spaccature al suo interno, a tal punto da cambiare innumerevoli assessori e a vederne sfiduciati ben sei? Quanto sta accadendo in queste primarie sembra promettere altre lotte interne quante ne abbiamo viste in questi dieci anni. Le stesse lotte interne al Pdl che hanno portato a innumerevoli situazioni di stallo.
Il Pdl, chiunque dovesse vincere le primarie, innoverà molto proprio per evitare le lotte, alimentate dall'esterno, che hanno messo in ginocchio la città. I problemi sono cominciati cinque anni fa, quando il Pdl non esisteva, non 2 anni fa. Da comasco dico che occorre riqualificare le liste, di tutti i gruppi e partiti perché l'insufficienza va attribuita a tutta l'amministrazione, Lega e minoranze comprese. Occorre chiedere scusa ai comaschi e ripartire.
Nel caso che vinca la Bordoli o nel caso in cui vinca Gaddi (che è in consiglio da ben 18 anni) dove starebbe il cambiamento?
Mi scusi, ma credo che la risposta sia gia' nella sua domanda.
Lei crede davvero che chiunque perda le primarie sosterrà alle amministrative il vincitore del voto del 4 marzo?
I candidati hanno sottoscritto un impegno solenne reciproco. Io confido sulla serieta' di tutti. Le primarie indicheranno un nome. Tutto il partito ne dovrà prendere atto e lottare unito per vincere.