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Grandate e Casnate dicono no alla terza linea del forno inceneritore

I due sindaci si oppongono al progetto per bruciare i fanghi nell'impianto di Acsm-Agam

I Comuni di Casnate con Bernate e di Grandate si schierano apertamente contro il progetto per la realizzazione della terza linea del forno di Acsm-Agam che dovrebbe bruciare i fanghi derivanti da depurazione. In un documento condiviso i due sindaci Anna Seregni e Alberto Peverelli oltre ad esprimere il loro parere negativo in modo esplicito chiedono agli Enti coinvolti nel progetto (Regione, Comune di Como, Provincia e Acsm-Agam, oltre che lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico) una serie di approfondimenti riguardo paventate criticità.

Miasmi

"Si manifesta evidente preoccupazione per la possibile diffusione di miasmi - scrivono i due sindaci - sottolineando la presenza di tessuto urbano residenziale, nelle strette vicinanze, che potrebbe risentire del fenomeno anche per effetto delle correnti e della direzione del vento. Analoga preoccupazione, riguarda la circolazione degli automezzi per il trasporto dei fanghi, che andrà a coinvolgere più comuni".

Emissioni

I due primi cittadini di Casnate e Grandate chiedono, inoltre, l`invio della relazione, completa degli studi effettuati e con l’indicazione degli enti/società accertatori, relativi alle linee 1 e 2 e della eventuale nuova linea 3 e chiedono "di conoscere quali azioni verranno intraprese per evitare ulteriori emissioni in atmosfera, rispetto alla situazione attuale".

Interesse pubblico e compensazioni

Tra le richieste delle due amministrazioni comunali c'è poi quella di conoscere quali siano gli eventuali vantaggi e interessi per la collettività del territorio nell'avere un simile impianto in funzione. Nel ribadire la loro contrarietà alla terza linea del forno Peverelli e Seregni spiegano che "nella denegata e non condivisa ipotesi di autorizzazione dell’intervento, si ritiene necessario approfondire le eventuali misure di compensazione e mitigazione che, vista la collocazione dell’impianto, dovranno essere ripartite in pari quota tra i comuni contermini".

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