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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Mancata fusione Como Acqua, preoccupazione per 153 lavoratori

La Cgil di Como interviene sulla delicata questione che fa discutere da settimane

Dopo la decisione dell'assemblea dei soci di ieri e l'interruzione del processo di fusione di Como Acqua, il futuro dei lavoratori delle 12 società pubbliche che oggi si occupano del settore appare sempre più incerto. "Siamo preoccupati per l'instabilità generata - commenta il segretario della Cgil lariana Giacomo Licata - a oggi, per 153 lavoratori, manca la certezza di un percorso garantito. Inoltre, ieri è andato in scena uno spettacolo politico indecoroso, con un'ingerenza da parte della Regione assolutamente non giustificata e alcuni esponenti politici locali "telecomandati" da altri interessi. Inoltre, i mancati investimenti, derivati dallo stop a Como Acqua, hanno una ricaduta e ritardano maggiormente gli investimenti, e questi sono danni che peseranno sulle tasche dei cittadini comaschi".

Ora, probabilmente, si andrà entro settembre 2018 a una gara in cui potranno partcipare anche Società private multinazionali. "Se vogliamo ancora salvare la gestione pubblica dell'acqua, evitare che le pesanti sanzioni comunitarie si scarichino sul territorio, e se il problema fosse davvero solo tecnico, come si è discusso ieri - conclude Giuseppe Augurusa, responsabile ufficio legale e delegato alle partecipate della Cgil di Como  - è ancora possibile incaricare una società terza per una nuova verifica dei dati di bilancio dell'intero sistema idrico (attraverso una rigorosa due diligence), come sollecitato da taluni, si individuino i cespiti non valutati e si faccia pulizia, si predisponga un piano industriale, anche minimo. Così, si potrebbe tornare a votare la fusione in primavera ed alla richiesta da parte dell'ATO alla AEEGSI di una proroga sul periodo transitorio. Non è obbligatori procedere allo smantellamento e alla liquidazione della società Como Acqua".
 

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