Eventi estivi, il Comune promette ma non paga, dopo nove mesi le associazioni ancora aspettano i contributi
La rabbia di chi ha organizzato e pagato i concerti a Como ma ancora non ha visto i soldi promessi
Alla già paradossale situazione che vivono molti operatori culturali della città, grazie a un bando comunale che non c'è e quando arriverà sarà sempre troppo tardi, si aggiunge una beffa economica non da poco. Prendiamo ad esempio Jazz in San Fedele, rassegna che si è svolta con successo a Como lo scorso luglio 2018: passati nove mesi, gli organizzatori della manifestazione - ai quali peraltro era stata chiesta una cauzione per le sedie, quelle che ogni sera dovevano prelavare e riportare al magazzino del Broletto - non hanno ancora ricevuto il saldo del contributo pattuito. Se si pensa che chi organizza i concerti deve pagare subito il service, la Siae e i musicisti, forse appare chiaro che qualcosa non funziona. Perché fatti salvi i tempi biblici della burocrazia, se queste sono le modalità è possibile che in futuro non saranno in molti a voler fare ancora da banca al Comune., che spesso si trincera dietro alle non risposte o a qualche documento che manca.
Anche Parolario, che quest'anno si svolgerà dal 20 al 29 giugno a Villa Olmo, ancora aspetta dal Comune la liquidazione del contributo 2018. Una volta è il bilancio, un'altra qualche scartoffia ma questa è la situazione che vivono gli operatori di inizative che in città hanno una storia importante. Una prassi che sta letteralmente estenuando gli organizzatori già provati dall'essere spesso rimbalzati a ogni loro nuova proposta. Mediamente viene loro risposto "interessante". Ma poi nessuno si fa più sentire. Persino il Wow, evento gratuito al Tempio Voltiano di clamoroso successo tra i giovani, rischia di scomparire nel silenzio più generale. Oltretutto nulla, Città dei Balocchi a parte, si è potuto permettere il respiro di una programmazione di almeno due stagioni di fila senza dover ricominciare la stessa trafila tutti gli anni.