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Eliminare il quorum e abbassare i costi del referendum: la maggioranza boccia le mozioni di Rapinese

Due mozioni, una per eliminare il quorum dei referendum e una per abbassare i costi della macchina referendaria diminuendo il numero di seggi. Sono due proposte presentate dal consigliere comunale di Adesso Como, Alessandro Rapinese e discusse...

Due mozioni, una per eliminare il quorum dei referendum e una per abbassare i costi della macchina referendaria diminuendo il numero di seggi. Sono due proposte presentate dal consigliere comunale di Adesso Como, Alessandro Rapinese e discusse ieri dal consiglio comunale. Entrambe bocciate con i voti contrari di tutta la maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Mario Lucini, ad eccezione di Eva Cariboni (Amo la mia città) che ha sottoscritto e votato entrambi i documenti.

Le due mozioni sono nate in occasione del dibattito sulla necessità (o opportunità) di indire un referendum per chiedere ai comaschi se vogliano o meno il monumento di Libeskind sulla diga foranea. Dunque, benché le due mozioni non contenessero menzione del monumento di Libeskind è chiaro che la discussione fatta dai consiglieri comunali non potesse prescindere anche dal referendum promosso da Rapinese grazie alla raccolta di 4.200 firme di cittadini comaschi che chiedono di potersi esprimere con un voto sull'opera del famoso architetto che l'amministrazione Lucini vuole installare sulla diga.

La prima mozione è stata bocciata con 20 voti contrari su 29, la seconda con 18 voti contrari su 28. Dunque, il quorum dei referendum consultivi comunali resta al 40% anche se dai banchi della maggioranza la questione è stata rinviata alla commissione che dovrà studiare e predisporre il nuovo statuto comunale e il nuovo regolamento del consiglio.

Sull'abbassamento dei costi del referendum il pensiero del centrosinistra è sintetizzabile con la posizione espressa dal capogruppo del PD Andrea Luppi: "La proposta di Rapinese non è sufficientemente dettagliata e convincente. Non spiega il rapporto tra costi e benefici per la democrazia. Diminuire i seggi limiterebbe l'accessibilità al referendum e quindi limiterebbe la democrazia". Per lo stesso Rapinese e per Luca Ceruti di Movimento 5 Stelle "la maggioranza di centrosinistra ha perso l'occasione per abbassare i costi e risparmiare soldi, ma si è mostrata sempre pronta ad alzare le tasse".

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