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Elezioni comunali 2022

Stadio Sinigaglia: centrosinistra e Fratelli d'Italia si prendono a pallonate

Chi tirerà l'ultimo rigore sul campo da gioco del Como?

A infiammare il dibattito in città, a riportare in circolo un po' di sangue elettorale, non è la Ticosa, non sono i parcheggi ma lo Stadio. Dopo l'incontro di Barbara Minghetti, candidata del centrosinistra, con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, la partita sul destino del Sinigaglia si è fatta molto accesa. A rimettere per primo la palla al centro del campo è stato il senatore Alessio Butti di Fratelli d'Italia, un intervento che ha scatenato una serie di reazioni politiche. Di Agenda Como 2030 la prima risposta, alla quale è seguita la replica di Marco Butti, assessore in carica, e poi del Pd con il capogruppo comasco Stefano Fanetti. Vediamo quindi di ricapitolare.

L'affondo di Agenda Como 20230

"Il senatore Butti dice che secondo i suoi sondaggi (quelli fatti a fine mandato con un gazebo, sic) lo stadio deve restare dov’è e com’è: decadente e vincolato. Ma anche che servono progetti (e non chiacchiere come quelle di Gori, il sindaco di Bergamo!). Difficile capire perché intervenga proprio ora, quasi fosse lui il vero candidato nel centrodestra. Ancora una volta, Butti nel tentativo di fare campagna elettorale, si ritrova a parlare alla stessa coalizione, visto che se c’è qualcuno che dovrebbe avere in mano progetti e non chiacchiere questo è proprio un altro signore che di cognome fa Butti, l’assessore all’Urbanistica della giunta Landriscina, Marco Butti".

"Marco Butti - aggiungono Luppi Gaffuri, Cima Vivarellie Seregni - non Giorgio Gori o Barbara Minghetti, ha amministrato il Comune di Como negli ultimi 5 anni. Forse inseguiva il sogno dell’”altro” Butti, che nel 2008 aveva stabilito di portare lo stadio fuori città, comunicando di aver trovato “operatori internazionali per un progetto di nuovo stadio a Como”. A distanza di 14 anni, nulla di fatto. Rimarcare poi che la proprietà del Calcio Como sia ricca e che potrebbe intervenire ha il sapore, da un lato, del rimprovero gratuito, e dall’altro esprime la manifesta incapacità di questa giunta di cogliere opportunità importanti. 

"Barbara Minghetti ha parlato chiaro sul tema dello stadio: i rapporti con la proprietà, che già sono in corso, saranno improntati alla collaborazione con il Calcio Como a vantaggio di tutta la città. Su questa base si potrà valutare l’ipotesi di una concessione di lunga durata per un progetto che rilanci lo stadio - essenziale per più ambiziosi progetti sportivi, e non solo - e renda l’intera zona intorno al Sinigaglia a misura di sportivi e di famiglie, nel rispetto dei residenti. 

"Chi sa amministrare - concludono da Agenda 2030 - comprende che il calcio può essere un potente vettore di sviluppo. Perché lo diventi, deve essere gestito, con competenza e con una chiara visione. Che, beninteso, è diverso dall’avere “visioni” contraddittorie. Butti Alessio ci informa che chi ha governato questa città non ha mosso un passo in questa direzione. Qualcuno lo dica a Butti Marco e magari al loro comune candidato". 

La risposta di Marco Butti

"Ho letto con attenzione l'attacco ad personam fatto da Agenda 2030 relativamente al mio operato sullo stadio. Dal momento che sono propenso ad accettare le critiche fondate, davanti a quelle tese unicamente a screditare ritengo doverose alcune precisazioni, lunghe ma sacrosante. Non è un segreto che nel 2019 ho avuto modo di incontrare realtà che volevano sottoporre al Comune le loro idee sullo stadio Sinigaglia. Tra queste spiccava la società Yard che, quelli di Agenda 2030 sapranno sicuramente, non essere l'ultima arrivata in tema di nuovi stadi". 

"A loro - aggiunge Marco Butti - sono state ribadite le condizioni fondamentali per un intervento sull'impianto, ovvero 1) inserimento del progetto nella riqualificazione globale dell'area a lago; 2) stadio polivalente vivibile durante la settimana e capace di ospitare anche eventi come concerti, etc; 3) nodo viabilità con realizzazione piano interrato di posteggi per una pedonalizzazione dell'area; sfruttamento delle opportunità offerte dalla normativa per inserimento di aree commerciali/ricettive/alberghiere. Il tutto con il coinvolgimento della società che detiene il titolo sportivo, al fine di inquadrare l'intervento nella legge sugli stadi: questo consentirebbe una concessione a lungo per rientrare dall'investimento. Concessione di lungo periodo e non cessione dell'impianto come sostenuto da qualche rispettabile primo cittadino". 

"Questi elementi - conclude Butti - sono stati illustrati dall'AmministraIone anche all'allora amministratore delegato della società, alla quale la stesaa Yard ha presentato le proprie linee guida progettuali. Poi a febbraio 2020 e' arrivata la pandemia, con cambiamenti anche nel mondo del calcio e, successivamente si è assistito ad un un'avvicendamento anche ai vertici della società. Nel frattempo sono proseguiti contatti anche con altre realta che stanno affrontando il tema di rinnovo degli stadi. Questo era doveroso davanti alle polemiche unicamente elettorali e questo credo possa essere l'unica percorso per il futuro che, per chi volutamente non vuole capire, non potrà che incardinarsi nella cornice della legge sugli stadi e in un progetto della società in collaborazione con privati

La replica di Stefano Fanetti

“Dopo cinque anni la solfa che si sente da Fratelli d’Italia sullo stadio Sinigaglia è la solita. Dopo cinque anni in cui loro hanno governato la città ci sentiamo dire: “se ci sono dei progetti, il Comune è pronto a considerarli”. Basta con le chiacchiere della destra che ha affossato Como: per lo stadio Sinigaglia serve una concessione di lungo periodo come già proposto dalla candidata sindaco Barbara Minghetti, che ha da tempo preso in mano la questione stadio, tant’è che ha coinvolto un sindaco capace come Gori nel dibattito. Punto. Basta con i “rattoppi” per tirare avanti, dal costo di centinaia di migliaia di euro (400mila solo per la messa a norma per l’ampliamento del numero degli spettatori per la prossima stagione): diamo al Como 1907 le condizioni e le garanzie per investire in modo certo sul Sinigaglia.

"E mi rivolgo direttamente al Senatore Butti (che non sapevamo essere il candidato a sindaco di Como): troppo facile - conclude Fanetti del Pd - dire che il nostro stadio è bello e prezioso senza poi lavorare davvero per tutelarlo e per tutelare i tifosi. Le chiacchiere purtroppo sono del centrodestra (che in cinque anni al potere ha saputo aprire un dibattito sullo stadio e un ufficio per il PNRR solo nelle ultime settimane di mandato), non di chi avanza proposte ragionevoli per permettere la cura che il Sinigaglia merita per il suo valore storico e sportivo”. 

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