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Elezioni comunali 2022

Mancato ampliamento della Biblioteca: "Storica sciatteria e disinteresse per la cultura"

La candidata di Civitas contesta la decennale mancanza di visioni strategiche in città

C'è fermento politico a meno di due mesi dal volt per l'elezione del nuovo sindaco di Como. I candidati affilano le armi e si danno battaglia sono ogni singola questione che si presti all'affondo. In questo, caso è Adria Bartolich, cadidata sindaca di Civitas, che interviene dopo l'annuncio dei giorni scorsi da parte dell'assessore Marco Butti che aveva reso nota l'intenzione del Comune di non ampliare la Biblioteca di Como, avendo di fatto rinunciato ai locali dell'ex Intendenza di Finanza, per i quali ha invece preferito incassare, dalla società che gestisce l'immobile, 115mila euro.

"La decisione di rinunciare al diritto di utilizzo per 10 anni di uno spazio da destinare all'ampliamento della Biblioteca - scrive Adria Batolich - rappresenta il coronamento di una mancanza di visione strategica sulla centralità dei luoghi di cultura e di coesione sociale di cui la Città di Como soffre da almeno vent'anni. La scelta del 2008 di vendere 280 mq alla simbolica cifra di 1.900 €/mq è dimostrazione da un lato del disinvolto disinteresse delle esigenze dei poli attrattori culturali cittadini e dall'altro dell'incapacità di negoziazione urbanistica. L'atto unilaterale d'obbligo che prevedeva l'utilizzo per 10 anni di uno spazio attiguo alla Biblioteca rappresenta dunque una ridicola foglia di fico alle mancanze evidenziate".

"Comprensibile oggi, anche se non condivisibile, la scelta di monetizzare un diritto d'uso a termine che non risolve certo la carenza strutturale di spazi della Biblioteca.

1. la vendita nel 2008 della porzione di immobile ex Intendenza di Finanza impedisce da qui al prossimo secolo di pensare ad un ampliamento della Biblioteca

2.  stessa sorte per la Pinacoteca che soffre di problemi di spazi: in questi anni l'ex carcere di San Donnino, di proprietà dell'Agenzia del Demanio, è stato messo all'asta più volte fino ad essere acquistato da una società comasca per 1.177.000 euro. Non mi risulta che il Comune di Como abbia partecipato all'asta.

In sintesi, passano i decenni, ma la sciatteria con cui si continua ad operare per la città  e per i beni  che dovrebbero essere di tutti  rimane, come pure il disinteresse per le istituzioni culturali della città".

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