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Crocifisso tolto dal seggio, un'interrogazione parlamentare

La notizia data da Quicomo sul caso del 27enne di San Fermo della Battaglia che ha chiesto (e ottenuto) che fosse tolto il crocifisso dal muro del seggio elettorale prima di votare è diventata oggetto di un'interrogazione parlamentare. A scrivere...

La notizia data da Quicomo sul caso del 27enne di San Fermo della Battaglia che ha chiesto (e ottenuto) che fosse tolto il crocifisso dal muro del seggio elettorale prima di votare è diventata oggetto di un'interrogazione parlamentare. A scrivere al ministro dell'Interno è stato Nicola Molteni (nella foto in basso), deputato comasco della Lega Nord. Molteni - dopo alcune premesse che passano in rassegna anche la sentenze della Corte Europea dei diritti dell'uomo del 2011 (che legittima l'affissione della croce nelle aule di scuola) - chiede al ministro "se non ritenga opportuno un approfondimento urgente sulla vicenda sopra riportata e le più opportune iniziative al fine di accertare le responsabilità dei soggetti protagonisti di quanto accaduto al seggio di San Fermo della Battaglia".

Nicola Molteni (Lega Nord) eletto alla Camera dei DeputatiQui di seguito il testo integrale dell'interrogazione:

Premesso che:

come riportato da notizie di stampa, un giovane elettore di 27 anni, di nome Tommaso Novara e nipote del consigliere comunale di Como Alessandro Rapinose, si è recato domenica pomeriggio al seggio di San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, per votare alle elezioni europee e, qui giunto, ha chiesto subito di togliere il crocifisso prima di entrare nella cabina elettorale;

poichè al momento il presidente di seggio era assente, Tommaso Novara è allora tornato a casa senza votare per poi ripresentarsi poco dopo pretendendo ancora che venisse tolto il crocefisso dall’aula e, accontentato questa volta dallo stesso presidente, ha finalmente votato; Considerato che: la Corte Europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza definitiva della Grande Camera del 18 marzo 2011, ha dichiarato che la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche è pienamente legittima, non vìola alcun diritto umano e non lede il diritto dei genitori a educare i figli secondo le proprie convinzioni;

sempre con la stessa sentenza, la Corte ha precisato che l’esposizione del crocefisso non lede neppure il diritto degli alunni alla libertà di pensiero, di coscienza o di religione, e dunque non si comprende di quale ipotetica “suggestione” o “influenza” si lamentasse il giovane di ben 27 anni presentatosi al seggio di San Fermo della Battaglia; è assurdo imporre la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche non solo per quanto già stabilito dalla Corte Europea ma altresì perché sulla salvaguardia delle nostre radici e della nostra tradizione non sono accettabili mediazioni né, tantomeno, passi indietro;

se il Ministro audito sia a conoscenza dei fatti sopra esposti, se non ritenga opportuno un approfondimento urgente sulla vicenda sopra riportata e le più opportune iniziative al fine di accertare le responsabilità dei soggetti protagonisti di quanto accaduto al seggio di San Fermo della Battaglia.

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