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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Controlli Tari, continua la battaglia di Rapinese: in quattro giorni accertata evasione per 610mila euro

A tanto ammontano i mancati pagamenti di privati e negozi accertati da quando il sindaco si è trasferito all'ufficio tributi

Continua la lotta del Comune di Como all'evasione della tassa comunale sui rifiuti (Tari). Da quando il sindaco Alessandro Rapinese ha abbandonato il suo ufficio, quello storico e di rappresentanza posto al primo piano di Palazzo Cernezzi, e si è trasferito all'ufficio tributi, gli accertamenti Tari procedono a dir poco spediti. In soli quattro giorni - cioè da quando il sindaco si è trasferito al secondo piano - dipendenti e funzionari dell'ufficio tributi hanno accertato mancati incassi per un totale di poco più di 610mila euro.

Del resto era proprio questa l'intenzione di Rapinese quando il 20 ottobre si è spostato all'ufficio tributi: dimostrare con la propria presenza la perseveranza e la determinazione con la quale l'amministrazione comunale intende scovare ogni furbetto della Tari, sia coloro che hanno mancato qualche pagamento, sia coloro (e tra privati e pubblici esercizi ve ne sono molti) che sono totalmente sconosciuti al registro Tari e che mai hanno pagato tale tassa. 

Il 20 ottobre sono stati accertati mancati incassi Tari pari a 41mila euro, il 21 ottobre 187mila euro, il 24 ottobre 235mila euro e il 25 ottobre 145mila. Rapinese ha tenuto a ribadire l'invito che già ad agosto aveva rivolto ai cittadini non in regola con il pagamento della Tari: "Vi consiglio un'ultima volta di venire in Comune per autodenunciarvi. Farlo conviene perché si evitano le sanzioni. Del resto nessuno, ve lo garantisco, riuscirà a farla franca, di questo potete starne certi".

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