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Como, un'estate al bando

Gli eventi estivi del Comune mettono a nudo la mancanza di idee e progetti in città

Prima ancora di vedere il programma definitivo, ieri avevamo titolato "Nero a metà". Il bando per gli eventi estivi del Comune di Como è la dimostrazione di tutto ciò che una citta turistica non deve fare, nemmeno se non avesse quell'ambizione spesso sbandierata a sproposito. Partorito in gravissimo ritardo, tanto che il bando allo sbando si occupa solo di agosto e della coda estiva di settembre, alla fine ha dato alla luce otto concertini che rimpieranno qualche buco senza lasciare nessun segno. Ma il punto non è nemmeno la qualità dei concerti. Nei pochi giorni avuti a disposizione a luglio, gli operatori invitati alla gara sono impazziti per mettere insieme uno straccio di programma con i resti dei pochissimi artisti disponibili, per vederselo alla fine bonariamente spezzato in due. Il fatto poi che dei cinque invitati solo due abbiano presentato un'offerta, pur non risultando nemmeno idonei, già la dice lunga sull'interesse suscitato dal bando. Il vero dramma della questione è un altro: in tutto questo manca un'idea, manca un progetto. Mettere insieme qualche evento non vuol dire fare cultura. In una città come la nostra, in cui certo non mancano le energie e le persone per creare una struttura capace di avviare una visione estiva d'insieme, pensiamo a Barbara Minghetti, ora impegnata nella piccola Macerata a dirigere il suo splendido festival, ad Alberto Cano, dirottato a Cernobbio con il suo Lake Como Film Night, ai ragazzi del Wow e dell'8208 Lighting, a Giampiero Canino con tutte le sue esperienze nel modo della musica, De Gregori a Como è merito suo e del Sociale, a Bruno Dal Bon con tutte le esperienze della Casa della Musica finite quasi ignorate. Sono solo alcuni nomi, ce ne sono molti altri che potrebbero contribuire al decollo culturale di Como, e non solo in estate. Senza poi sorvolare che sulla questione mostre, se mai ce ne saranno ancora a Como, dimenticare Sergio Gaddi sarebbe folle quasi quanto annunciare Sgarbi come il messia. 

Ma vogliamo essere ancora più pratici e fare anche un altro esempio, facile facile, di cosa vuol dire costruire qualcosa partendo dai contenuti e non solo dal fatto di dovere offrire una serata estiva alla collettività. Andrea Parodi, da sempre ignorato a Como, noto tra l'altro per organizzare il Townes Van Zandt Day, il Light of Day e il Buscadero Day, che si terrà proprio da domani e domenica a Pusiano, quest'estate ha messo insieme uno straordinario calendario di serate con il suo Storie di Cortile. Ieri a Cantù, dove di esibivano tra gli altri Violante Placido e Thom Chacon, c'erano oltre 600 persone. Se andate a vedere il programma e lo confrontate con quello messo insieme dal Comune di Como, c'è da impallidire: da una parte ci sono quindici appuntamenti che ogni sera "usano" la musica per raccontare qualcosa, dall'altra otto concertini senza alcun tipo di contenuto culturale. Da una parte ci sono tutte le sere più ospiti raccolti intorno a una tema, dall'altra un musicista che canta le sue canzoni o quelle di qualcun altro. Gianni Mura, Andrea Scanzi, Daniele Biacchessi, Enrico De Angelis e una parata di artisti americani e italiani a dare corpo ogni sera a un'idea che fa di Storie di Cortile un esempio di come lavorare sui contenuti. Vogliamo parlare di cifre? Facciamolo. Le 15 date organizzate da Andrea Parodi hanno un costo che si aggira intorno ai 25 mila euro, gli otto concertini di Como hanno persino un costo superiore di qualche migliaio di euro. Non c'è altro da aggiungere, se non che da domani a Como non ci sarà nemmeno più la scusa, perché ora per qualcuno lo è diventata, che mancava un assessore alla Cultura. 

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