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Como, centri per l'impiego allo sbando: la lettera della presidente della Provincia

Maria Rita Livio scrive all'assessore regionale per chiedere aiuto

Con una lettera inviata nella giornata di ieri all’assessore regionali De Nichilo Rizzoli, la presidente Maria Rita Livio ha messo nero su bianco le difficoltà in cui versano i Centri per l’impego della Provincia di Como.

In particolare Livio ha rimarcato la gravissima carenza di personale. Il numero dei dipendenti dedicati ai servizi al lavoro, infatti, è inferiore a quanto sarebbe necessario e non in linea con tutti i parametri essenziali per consentire di offrire servizi in modi e tempi adeguati e rispettosi delle leggi e dei cittadini.

Il servizio politiche del lavoro, infatti, dal 2008 al 2018, a fronte dell’aumento dell’utenza e dei servizi causata dalla crisi economica, ha visto diminuire gradualmente la dotazione del personale a tempo indeterminato e determinato. Ciò è stato causato dai vincoli finanziari e normativi imposti dalle leggi finanziarie dello Stato, nonché dalla riduzione dei finanziamenti di origine comunitaria. Nello specifico, nel 2010 si poteva contare su un totale di 62 persone, mentre oggi il personale in servizio è di 35 unità di cui solo 28 (pari al 78,77% del totale) sono assunte a tempo indeterminato. Negli anni sono anche diminuiti i finanziamenti e oggi la differenza tra costi dell’assetto organizzativo 2014 (2,2 milioni di euro) e il finanziamento regionale 2018 (1,4 milioni di euro) è pari a 876mila euro.

“E’ noto che, stante l’attuale normativa che limita molto la capacità assunzionale da parte della Province, vi è di fatto l’impossibilità giuridica della Provincia a colmare tale lacuna per cui, anche laddove arrivassero risorse finanziarie regionali e/o statali per tali finalità non potremmo bandire i concorsi – scrive nella sua lettera la Presidente Livio - Qualora poi, come auspichiamo da tempo, ci fosse un intervento di sblocco di tali limiti da parte del legislatore nazionale nei prossimi mesi, i tempi per bandire i concorsi ed assumere i dipendenti non sarebbero certo brevi, anche perché le risorse che necessitano a Como sono molte: si tratta di assumere almeno 30 unità se guardiamo al personale in servizio presso altre Province o presso le Afol”.

La lettera si chiude quindi con la richiesta all’Assessore Regionale affinché si possa “studiare, di concerto con i suoi tecnici, un programma di supporto immediato ed emergenziale per la Provincia di Como, che possa consentire ai nostri uffici maggiormente in sofferenza (in particolare il collocamento mirato disabili ed il CPI di Como) di continuare a svolgere, seppure in condizioni non ottimali, il proprio lavoro al servizio dei cittadini”.

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