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Caos Tares, colpa anche del Comune

Colpa del software, ma non solo. Anche gli uffici comunali di Palazzo Cernezzi hanno contribuito all'errore che ha generato il "caos Tares". A dirlo, nero su bianco, è la relazione del segretario generale del Comune di Como, Antonella Petrocelli...

Colpa del software, ma non solo. Anche gli uffici comunali di Palazzo Cernezzi hanno contribuito all'errore che ha generato il "caos Tares". A dirlo, nero su bianco, è la relazione del segretario generale del Comune di Como, Antonella Petrocelli. Relazione voluta dallo stesso consiglio comunale a novembre quando l'amministrazione ha dovuto approvare nuove tariffe Tares in sostituzione di quelle precedentemente approvate a luglio poiché queste erano state calcolate male (cioè non coprivano, come previsto dalla legge, l'intero costo del servizio rifiuti). Ma procediamo con ordine.

A luglio la giunta attraverso l'allora assessore al Bilancio Giulia Pusterla propone la delibera per l'approvazione delle tariffe Tares (al posto della vecchia Tarsu). Passano i mesi e l'amministrazione comunale si accorge a novembre che le tariffe approvate sono sbagliate perché non coprono l'intero costo del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. L'assessore Pusterla in aula dichiara che il disguido è da imputare al software fornito dalla società Halley. Tra i consiglieri di maggioranza e di minoranza emergono numerosi dubbi e a novembre, quando il consiglio è costretto ad approvare le tariffe corrette (con disagi per gli utenti ma anche per la stessa amministrazione comunale) l'aula approva un ordine del giorno con il quale chiede che venga preparata una relazione che definisca le colpe di quanto accaduto.

Dopo tre mesi tale relazione è stata scritta dal segretario generale dopo che a sua volta ha analizzato e confrontato altre tre relazioni preparate rispettivamente dai tre soggetti coinvolti nella definizione delle tariffe Tares: ufficio Tributi, ufficio Ced, società Halley. Quello che è emerso è che esiste una ripartizione delle colpe. Lo stesso segretario Petrocelli chiarisce che effettivamente un "errore del software" c'è stato, ma che sarebbe potuto essere riscontrato in tempo se gli uffici comunali avessero attuato tutte le fasi procedure di controllo peraltro previste per l'utilizzo stesso del software. In estrema sintesi l'ufficio Tributi afferma di non avere potuto operare al meglio con il software a causa di problematiche legate alla lentezza del sistema informatico (che dipende dal Ced). Infine, viene chiamato in causa anche il settore Ambiente per il ritardo con il quale ha prodotto e consegnato il Piano economico-finanziario, imprescindibile per il calcolo delle tariffe.

E' emerso inoltre che il calcolo delle tariffe approvate a luglio non conteggiava ben 8mila utenze.

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