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Ca' d'Industria senza cda: Gaffuri contro Formigoni

Ancora non ci sono le nomine dei membri del cda di Ca' d'Industria. Dovevano essere annunciate oggi, dopo che la giunta regionale avesse ufficializzato il nome del membro nominato dal Pirellone. Invece nulla. Il sindaco Stefano Bruni ha affermato...

Ancora non ci sono le nomine dei membri del cda di Ca' d'Industria. Dovevano essere annunciate oggi, dopo che la giunta regionale avesse ufficializzato il nome del membro nominato dal Pirellone. Invece nulla. Il sindaco Stefano Bruni ha affermato lunedì scorso che aspettava quest'oggi per annunciare i nomi dei 5 membri da lui nominati. Bruni aspettava, in sostanza, che si esprimesse Roberto Formigoni, governatore della Lombardia. Per tanto, anche Luca Gaffuri, capogruppo del PD, ha deciso di intervenire sulla questione dando, così, man forte alla protesta già attuata a livello cittadino dai consiglieri comunali Donato Supino, Roberta Marzorati e Mario Molteni che da una settimana si incatenano per un'ora al giorno a una colonna del cortile di Palazzo Cernezzi.

«Vogliamo sapere - ha detto Gaffuri - perché Regione Lombardia non ha ancora nominato il proprio componente in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Cà d’Industria”. Il sindaco Stefano Bruni, secondo le ultime dichiarazioni, continua a sottolineare che procederà alla nomina dei membri di competenza dell’Amministrazione comunale di Como solo dopo che Regione Lombardia si sarà presentata. Risultato? Una situazione di stallo che non fa certo il bene della struttura, dei suoi ospiti e dei suoi dipendenti».

Gaffuri ha predisposto un’interrogazione rivolta all’Assessore alla Famiglia, Integrazione e Solidarietà, Giuliano Boscagli, sull’argomento. «L’obiettivo? Sapere chiaramente perché Regione Lombardia non ha ancora effettuato la nomina di sua competenza. Cà d’Industria è soggetta dallo scorso 7 luglio alla gestione provvisoria in seguito alla nomina del Commissario Straordinario, dr. Achille Bonzanigo, dopo che il vecchio Cda aveva rassegnato le dimissioni l’8 giugno precedente. Il problema è che tutta una serie di decisioni non possono essere prese dal Commissario straordinario e questo sta creando un clima di incertezza che si ripercuote sugli ospiti, sulle loro famiglie e sui dipendenti. Spero che questo ritardo non sia dovuto a meri motivi politici ovvero a problematiche di equilibrio interno tra le diverse correnti della maggioranza»

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