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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bocciata la sfiducia all'assessore Cavadini

Bocciata la mozione di sfiducia a Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune di Como. Come era prevedibile la sfiducia, votata con scrutinio segreto, non è passata: su 28 consiglieri votanti, contrari 18, favorevoli 9, 1 scheda nulla...

Bocciata la mozione di sfiducia a Luigi Cavadini, assessore alla Cultura del Comune di Como. Come era prevedibile la sfiducia, votata con scrutinio segreto, non è passata: su 28 consiglieri votanti, contrari 18, favorevoli 9, 1 scheda nulla. Cavadini dopo un primo "no comment", in uscita dal consiglio ha rilasciato brevi dichiarazioni. In merito al voto di sfiducia l'assessore alla cultura ha sottolineato come "nessun risultato sia scontato". Quindi, a proposito della mostra dedicata a Sant'Elia, ha ammesso "ho commesso alcuni errori e li ho compresi così come ho accolto alcune delle segnalazioni giunte dalle opposizioni durante il dibattito". "L'errore più grave - ha sottolineato ancora - come ho già detto riguarda la comunicazione. Un piano pubblicitario che non ha tenuto conto del target cui avrebbe dovuto rivolgersi". Infine, a proposito del suo predecessore alla poltrona della Cultura, Cavadini ha detto "dell'esperienza Gaddi ci sono state cose di cui ho tenuto conto". Quali? Di nuovo "no comment".

La mozione era stata presentata da alcuni consiglieri di minoranza: primo firmatario Marco Butti (Gruppo misto), Francesco Scopelliti, Anna Veronelli e Sergio Gaddi del Pdl, Mario Molteni (Lista per Como), Alessandro Rapinese (Adesso Como) e Luca Ceruti (Movimento 5 Stelle).nLa Lega nord, come hanno dichiarato durante lo scorso consiglio comunale i consiglieri Alberto Mascetti e Diego Peverelli, non ha votato.

Prima della votazione a scrutinio segreto i consiglieri di maggioranza hanno nuovamente espresso la propria fiducia all’assessore Cavadini. “Riteniamo positiva la valorizzazione culturale offerta dalla scelta di dedicare la mostra a Sant’Elia – ha dichiarato Marco Tettamanti (Como Civica) – Senza dubbio a nessuno di noi consiglieri di maggioranza fa piacere il saldo negativo di oltre 200mila euro”. Anche Stefano Legnani, capogruppo del Pd, si è espresso a favore di Cavadini criticando le “mostre blockbuster” ossia quelle che punterebbero solo al numero dei visitatori da totalizzare: “Anche all’estero si dibatte molto su queste mostre che puntano sull’effetto numerico, si parla di consumismo della cultura. Questa è stata invece una scelta culturale che puntava sulla riscoperta dell’identità locale da reinserire con le altre proposte culturali che ci sono in città”. “Ciò che trovo singolare – ha infine aggiunto Legnani - è che nella mozione di sfiducia si citino frasi pronunciate da terzi, ad esempio frasi del curatore Marco De Michelis”.

I consiglieri di maggioranza minoranza, invece, hanno espresso nuovamente le proprie perplessità: “Volutamente non sono stati colti gli obiettivi che aveva questa mozione – ha commentato Marco Butti – Per la prossima mostra non ci saranno più alibi, bisognerà avere il coraggio di dire le cose con chiarezza, solamente il consigliere Servettini ha saputo ammettere questi errori mentre abbiamo assistito a una difesa con i paraocchi circa l’operato dell’assessore da parte dei consiglieri di maggioranza”.

Commenti critici anche da parte dei consiglieri di minoranza che non avevano firmato la mozione: Ada Mantovani (Adesso Como) ed Enrico Cenetiempo (Pdl).

“Non è stato colto quello che più persone hanno detto – ha dichiarato la Mantovani -Non abbiamo contestato la validità di questa scelta in termini culturali ma sull’opportunità di riproporre questa mostra nella stessa location, a Villa Olmo. La critica non è a 360 gradi ma sulla possibilità di reiterare”.

La discussione si è conclusa con la replica di Butti: “Noi crediamo di aver presentato una mozione di sfiducia per una politica culturale errata. Una mozione di sfiducia che rimettiamo al democratico giudizio dell’aula”.

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