I ragazzi della via Padova al Teatro Gruppo Popolare
Come è noto l’odierna via Padova di Milano rappresenta sia per gli abitanti che per chi vi transita uno di quei luoghi in cui immigrazione selvaggia, rancori, integrazioni mancate, culture che si affrontano con il coltello e il machete, fanno desiderare di trovarsi altrove, spesso invocando l’intervento dell’esercito. La vicenda interna allo spettacolo racconta di una giovanissima insegnante alle prese con un incarico in una scuola superiore del luogo, uno dei posti più temuti dai professori – e non solo – di ogni dove. La domanda che si pone è: Si può combattere il degrado, morale economico sociale, con La divina commedia o I promessi sposi?
La risposta che il teatro dà è che centinaia di bambini di strada sono stati tolti dalle fogne di Bucarest daMiloud, un artista francese che ha insegnato loro la giocoleria e li ha portati in tournée con i suoi spettacoli; centinaia di bambini siriani hanno goduto delle gags da pagliaccio di Anas Basha, giovane ventiquattrenne morto con loro sotto i bombardamenti di Aleppo. Il teatro, la cultura, l’arte, la musica sono quindi strumenti di intervento sulla realtà che possono agire in modo positivo più di ogni altra cosa, eserciti compresi.
Per consolidare la convivialità che ha sempre contraddistinto gli appuntamenti di Teatro Gruppo Popolare, quest’anno la rassegna adulti, denominata Il teatro e Margherita, in questa come in altre occasioni prevede cibo e teatro nello stesso luogo. Sarà possibile infatti prenotare per le 19.30 la pizza presso la Piccola Accademia, luogo adatto a ricevere il pubblico sia a cena che a teatro.
I ragazzi della via Padova. Con Cosetta Adduci - Testo e regia: Giuseppe Adduci - Sabato 2 ottobre . ore 21.
Prenotazione obbligatoria per quanto riguarda l’anticipo con pizza. Info e prenotazioni 348 3629564 o info@teatrogruppopopolare.it . www.teatrogruppopopolare.it
Il progetto
Il percorso è strutturato in quattro punti cardine: protagonismo e partecipazione giovanile, teatro partecipato, lo Spett-attore e il Sociale è culturale, stazioni da cui si dirameranno molteplici percorsi altri per partire alla scoperta degli infiniti luoghi, tempi e modi dell’agire civico e culturale. Connessioni Controcorrente, firmato Arci Xanadù, ecoinformazioni e TeatroGruppo Popolare e realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, nasce come un percorso di rigenerazione culturale urbana per creare commistioni fra musica, cinema, teatro, letteratura e partecipazione civica e abbracciare la città con la complicità di sempre e la freschezza dei primi passi decisi.
Le macro aree
Protagonismo e partecipazione giovanile, grazie al coinvolgimento diretto di associazioni e gruppi giovanili e studenteschi, darà vita a Ritmi urbani, una serie di concerti e incontri per promuovere la cultura musicale e creare uno spazio per ascoltare e farsi ascoltare, Risvegli a suon di musica classica, laboratori e spettacoli teatrali per andare In scena contro l’emarginazione, cineforum, autoproduzioni cinematografiche e Cinema in lingua, un ponte fra studenti e studentesse delle scuole comasche e le culture delle comunità etniche del territorio.
Teatro partecipato, per una nuova percezione del luogo-teatro e dei ruoli del pubblico e dell’attore, vedrà rassegne teatrali pomeridiane, come I pomeriggi del lunedì, e serali avvicinarsi agli spettatori; Teatro e Margherita sarà l’opportunità per conoscere e chiacchierare con attori, registi, autori e tecnici teatrali, gustando una pizza o una merenda in loro compagnia; per i giovanissimi delle scuole secondarie invece Matinée e giornate di teatro civile;
Lo Spett-attore sarà il punto di partenza da cui si diramerà un vorticoso intreccio di iniziative teatrali, musicali e cinematografiche accomunate da un unico protagonista: il pubblico; il Festival della canzone comica e Nuovo cinema cult le due iniziative più attese.
Con Il Sociale è culturale l’attenzione verrà rivolta al tema dei diritti di tutti, con approfondimenti, rassegne, incontri, cinema e teatro civile, con un particolare focus sul cibo come bisogno umano e buona pratica; se per il migrante il paradigma di guerra e carestia fa della migrazione un mezzo e del cibo una necessità, anche per il non-migrante, infatti, questa necessità si declina in una riflessione sulla distribuzione delle risorse sia sul pianeta che all’interno del tessuto sociale della comunità locale.