Stefano Massini a Villa Olmo, uno spettacolo sulle onde delle emozioni
Martedì 3 agosto alle ore 21.00 a Como, all’interno del Festival Como Città della Musica, in collaborazione con La Musica dei Cieli, e nell’ambito della prima edizione del Villa Olmo Festival, Stefano Massini presenta il suo monologo L’alfabeto delle emozioni che trae spunto ed ispirazione da alcuni grandi interrogativi: “Chi l’ha detto che siamo degli analfabeti emotivi? Noi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo?”.
Da qui si snoda il viaggio profondissimo, e ironico al tempo stesso, nel labirinto del nostro sentire e sentirci. Massini è solo sul palco ed estrae a caso da un baule lettere dell'alfabeto: P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia T come Tristezza, S come Stupore. Ogni lettera estratta è un’emozione ed è l'occasione per raccontare storie di personaggi famosi, e non, con l'abilità di narratore che ha reso Massini celebre anche in televisione.
Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni: da Arthur Conan Doyle, colto nel momento in cui interroga amici sul tema del dubbio, al grande Chagall, che non riesce a reagire alla scomparsa di Bella Rosenfeld; da Al Capone che tremava alla vista di una siringa, alla moglie di Giosuè Carducci, costretta a pregare i compagni del poeta di farlo vincere alle carte.
Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo principale di chiamare per nome e definire cosa scuotere e scardinare un’intera esistenza. Ad andare in scena è la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore, un novello Omero, capace di cucire, in modo avvincente e sempre diverso, racconti e saperi, vicende di eroi ed antieroi.
“Lo spettacolo – spiega Massini, il più importante autore teatrale italiano, molto amato anche all'estero – è un'occasione per rielaborare il vissuto della pandemia, che da un lato ci ha fatto vivere emozioni forti, dall'altro ci ha poi immerso in una specie di torpore.”