Laura Negretti porta in scena Barbablu 2.0, tutte le date degli spettacoli teatrali
C’era una volta un uomo che aveva avuto tante mogli: dicono sette ma forse anche di più... C’era una volta una porta chiusa che per nessun motivo deve essere aperta. C’era una volta una moglie talmente tanto curiosa da meritarsi una punizione. C’era una volta una stanza piena di orrori. C’era una volta un lieto fine.” Questo è quello che quasi tutti rammentano della favola di “Barbablù”, assieme al vago ricordo di aver letto, ad un certo punto dell’infanzia, una storia che ammoniva a non lasciarsi guidare dalla curiosità smodata. Ecco invece cosa succede se si prende una favola che tutti conoscono e si cambiano alcuni addendi. L’uomo questa volta forse non ha una barba dai terribili riflessi blu anzi, sembra così dolce, tenero e premuroso. L’uomo ha una sola moglie talmente tanto innamorata da non accorgersi che forse quei riflessi blu ci sono per davvero. L’uomo pensa che è una gran fatica avere tante mogli e che al giorno d’oggi è molto più comodo averne una sola e farle provare, subire, sopportare, penare e patire tutte le violenze possibili e immaginabili: dicono sette ma forse anche di più... La porta chiusa rimane, in “C’era una volta...” come adesso; perché l’orrore che si consuma.
Di seguito tutti gli spettacoli in provincia di Como
10 NOVEMBRE ore 20.30 – BARBABLÙ 2.0 – BINAGO, Cine Teatro Moderno
12 NOVEMBRE ore 16.00 – BARBABLÙ 2.0 – OSSUCCIO, Auditorium
17 NOVEMBRE ore 21.00 – BARBABLÙ 2.0 - VILLA GUARDIA - Auditorium Ist. S. Maria Assunta
23 NOVEMBRE ore 11.00 – DI SABBIA E DI VENTO – CANTÙ, Teatro San Teodoro
24 NOVEMBRE ore 21.00 – BARBABLÙ 2.0 – CARIMATE, Auditorium Colosseo
26 NOVEMBRE ore 17.00 – OCCIDORIENTE - MARIANO COMENSE, Villa Sormani
BARBABLÙ 2.0 – I panni sporchi si lavano in famiglia
DI MAGDALENA BARILE - REGIA DI ELEONORA MORO – CON LAURA NEGRETTI E ALESSANDRO QUATTRO/ANTONIO GRAZIOLI – SCENOGRAFIE E PIANO LUCI ARMANDO VAIRO – PRODUZIONE TEATRO IN MOSTRA
Barbablù 2.0 prova a narrare la VIOLENZA DOMESTICA; quella più diffusa e meno visibile perché si consuma tra le pareti della propria casa ed arriva dalle mani di chi dovrebbe amarti e accarezzarti e invece ti annienta non solo fisicamente ma anche psicologicamente e moralmente. L’archetipo della famosissima favola di Barbablù aggiornato al XXI secolo; la scelta è infatti stata quella di ambientare la storia in una ricca provincia del nord di questo paese, evitando l’alibi della povertà, della dislocazione geografica e dell’ignoranza. Un mondo all’apparenza di assoluta armonia, di fiaba appunto, dove dietro le porte regnano meccanismi implacabili di violenza e sudditanza psicologica. Barbablù 2.0 non è solo la storia di un marito violento e delle conseguenze delle sue azioni, ma anche e soprattutto la storia di un viaggio nella testa di una donna. La ricerca di un’identità forte che si è persa, sfilacciata fra violenze e soprusi che sono diventati la norma. Come in un giallo, la protagonista si troverà a ricostruire la dinamica di un omicidio, il suo, arrivando alla consapevolezza finale e terribile di esserne stata complice. Uno spettacolo che inizia con atmosfere molto comedy che lentamente scivolano nel thrilling, per chiudersi poi con un finale sorprendente.
DI SABBIA E DI VENTO – È accaduto anche a me!
DI MARCO FILATORI – REGIA LUCA LIGATO – CON ALESSANDRO BAITO E LAURA NEGRETTI – SCENOGRAFIE E PIANO LUCI ARMANDO VAIRO – PRODUZIONE TEATRO IN MOSTRA
DISCRIMINAZIONE DI GENERE E DISPARITÀ TRA I SESSI. Due modi diversi per provare a definire quello che da sempre è squallidamente, tristemente, subdolamente e ineluttabilmente davanti agli occhi di tutti. Le donne valgono meno, contano meno, decidono meno, guadagnano meno, lavorano meno, studiano meno, comandano meno, ottengono meno, MENO, MENO, MENO! Eppure sarebbe così semplice capire che la strada per la parità non passa dal PIÙ ma dall’UGUALE! Dall’INCLUSIONE e non dall’ESCLUSIONE!
La storia che proveremo a raccontare è questa. Semplice? No, per niente! Come fai a raccontare un qualcosa che fa parte della natura umana; dall’origine dei tempi ad oggi?! Abbiamo scelto dunque di raccontare la storia di un’unica donna che porta sulle sue spalle la storia di tutte le donne sopraffatte, discriminate, abusate solo ed unicamente per la colpa di essere nate donne. Da Giovanna d’Arco, mandata al rogo come eretica nel XV secolo, perché aveva semplicemente scelto di combattere come un uomo, vestita come un uomo, per quello in cui credeva. Passando per Camille Claudel colpevole, quattro secoli dopo Giovanna, di essere una grandiosa scultrice in un’epoca in cui le donne potevano al massimo dipingere graziosi acquerelli. Condannata dalla sua bravura e dalla sua bellezza ad essere un’anomalia e dunque, come tale, rinchiusa in manicomio per trent’anni.
Per arrivare fino ai giorni nostri; nel progredito XXI secolo dove il desiderio di maternità può costarti la perdita del posto di lavoro! Uno spettacolo che vuole spingere le donne a desiderare in grande, a conquistare spazi professionali che finora sono stati preclusi loro, a colmare la disparità di retribuzione con gli uomini, a ridisegnare gli equilibri all’interno della famiglia e a combattere contro gli ABUSI DI POTERE; qualsiasi abuso di potere! La storia di tre donne che lottano, a distanza di secoli, per la propria autostima. La storia di tre donne che vogliono considerarsi, e che sono, “unlimited”, senza limiti!
OCCIDORIENTE – Terra di mezzo
DI HAMID ZIARATI - REGIA DI ELEONORA MORO – CON LAURA NEGRETTI E SACHA OLIVIERO – SCENOGRAFIE E PIANO LUCI ARMANDO VAIRO – PRODUZIONE TEATRO IN MOSTRA
Uno spettacolo che nasce da una drammaturgia scritta appositamente per Teatro in Mostra dall' AUTORE IRANIANO HAMID ZIARATI, attualmente uno degli autori stranieri di punta delle edizioni Einaudi, diventato ormai, a più di dodici anni dal debutto, una delle nostre produzioni di punta e che abbiamo deciso di riallestire in considerazione della sua grande attualità; uno spettacolo che prova a parlare dell’incomunicabilità tra due culture, religioni e tradizioni così profondamente diverse come l’occidente cristiano e l’oriente mussulmano.
Un testo scritto da un autore mussulmano che vive in Italia, un intellettuale “integrato”, che senza falsi buonismi parla dell’ETERNO RAPPORTO D’AMORE/ODIO TRA ORIENTE E OCCIDENTE visti attraverso gli occhi di due donne solo all'apparenza completamente diverse: una giovane iraniana che vive a Teheran negli anni ’80 ed un manichino femminile che ha trascorso tutta la sua vita in una vetrina di una città italiana. Due donne legate dall'amore che prova per loro un ragazzo iraniano, studente in Italia.
Dunque uno spettacolo che cerca anche di affrontare la difficile situazione della donna in Iran e nei paesi mussulmani ma che tocca anche il tema della multiculturalità e quello più ampio della difficoltà di essere accettati in quanto "diversi". Una storia, meravigliosamente metaforica, che non dimentica di lanciare uno sguardo disincantato sul RUOLO DELLA DONNA IN AMBEDUE LE CULTURE; sulle CATENE E PREGIUDIZI CHE ASSEDIANO L’UNIVERSO FEMMINILE. Pregiudizi a volte apparentemente opposti ma in realtà profondamente simili.
Il risultato è uno spettacolo “politicamente scorretto” narrato con lo stile della prosa contemporanea e del teatro civile. Una pièce visivamente potente che racconta l’intercultura e la multiculturalità oltre i soliti luoghi comuni e le solite banalità! Hamid Ziarati è partito dal racconto "Il manichino dietro il velo" di Sadegh Hedayat, da molti considerato il Kafka iraniano, per poi plasmarlo sulla personale esperienza di esule politico e trasportarlo così ai giorni nostri, offrendoci così uno sguardo profondo sull'Iran di oggi.