Sabato 10 e martedì 13 lo storico Carnevale montano di Schignano
Va in scena nelle giornate di sabato 10 febbraio e martedì 13 febbraio il clou del Carneva di Schignano. Inizio sempre fissato alle 14.30, con partenza dalla piazza principale e sfilata che attraverserà le frazioni di Schignano. E’ in questa doppia circostanza che, da anni, turisti, scolaresche e studiosi di ogni parte e luogo del mondo accorrono per assistere a questo incredibile viaggio nelle tradizioni e memorie di un’intera comunità.
Durante la sfilata finale, quella “del martedì grasso”, andrà in scena la tradizionale e attesa “fuga del Carlisepp”. Il fantoccio che impersonifica il Carnevale, sarà poi prontamente riacciuffato e messa al rogo, al termine della tambureggiante serata fatta di danze e piatti di gastronomia tipica che si consumeranno presso la palestra locale.
Sabato 10 febbraio 2018
13.45 Incontro con i Sapeur
14.15 Ritrovo delle maschere tradizionali in piazza san Giovanni (Occagno)
14.30 Sfilata lungo le vie del paese, fino alla frazione Auvrascio e ritorno
19.00 Cena tipica (Centro civico Polivalente)
21.00 (Centro civico Polivalente) Veglione in maschera con orchestra. Chiusura alle ore 3 del mattino.
Martedì 13 febbraio 2018
13.45 Incontro con i Sapeur
14.00 Ritrovo delle maschere tradizionali in piazza san Giovanni (Occagno)
14.30 Sfilata lungo le vie del paese, fino alla frazione Auvrascio e ritorno
16.00 Fuga del Carlisep
21.00 Veglione con la Fughéta al Carpigo
23.30 Processione col Zep e rogo a mezzanotte in piazza san Giovan
I personaggi del Carnevale di Schignano
Il Brut
Dietro antiche enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, catturano l’attenzione dei numerosissimi presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile; ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, i Brut portano in scena il “povero”, costretto a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura ad emigrare, per mantenere la famiglia. Gli abiti dimessi, spesso imbottiti di paglia, gli attrezzi contadini di una volta e le pesanti campane, compongono un costume che sovente finisce con il pesare decine di chili.
Il Mascarun o Bell
L’andatura calma e retta, gli abiti vezzosi e colorati, i pizzi, i merletti e il pancione gonfio (il buttasc) conferiscono, invece, eleganza e un’aura di nobiltà ai Mascarun (i Beii). Accompagnati da sontuosi bastoni, ombrellini e sgargianti ventagli, i Mascarun invitano spesso i Brut, con modi risoluti, a rialzarsi.
La Ciocia
Una sola e stridula è la voce ammessa a parlare durante i cortei del Carnevale di Schignano: quella della Ciocia, moglie-serva del Mascarun, petulante e polemica, divertente caricatura delle donne di un tempo e macchietta degna del più nobile teatro dell’arte. Tassativamente rappresentata da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi delle angherie del marito e coinvolgendo gli spettatori in esilaranti mini sketch.
I Sapeur e la Sigurtà
Con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, i Sapeur, con tanto di ascia, il sabato e il martedì grasso, sono chiamati ad aprire e sorvegliare il corteo subito dietro alla Sigurtà, maschera che invece rappresenta l’autorità.
Il Carlisepp
E’ il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso nella piazza principale durante i giorni di festa, è destinato ad essere incendiato nel rogo finale del martedì grasso, non dopo aver però tentato di fuggire invano in una drammatica e rocambolesca corsa tra la folla e i vicoli.