Art Company di Como, il viaggio di Penelope visto da Giuliana Laportella
Dal 6 al 29 ottobre, all'Art Company di Como, la mostra, curata da Chiara Milani, "Penelope è in viaggio - Perché restare non ha dove" con le opere di Giuliana Laportella. Vernisage il venerdì 6 ottobre alle 18. Giovedì 12 ottobre l'artista, sempre alle 18, l'artista dialoga con il giornalista Lorenzo Morandotti. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.00, sabato e domenica su appuntamento. Lunedì chiuso.
Presentazione di Chiara Milani
“Lo spazio per me è meno importante e meno prezioso del tempo. Non perché sia inferiore, ma perché è una cosa, mentre il tempo è l’idea di una cosa. Dovendo scegliere tra una cosa e un’idea, quest’ultima è sempre da preferire, dico io”. (Josif Brodskij. Fuga da Bisanzio)
“Penelope è in viaggio, sparita
Sparito il suo approdo …”
Artista dell’immagine e della parola, divenute insieme esteticamente coeso, semanticamente inscindibile, Giuliana Laportella pone il suo raffinato lavoro tra tempo e memoria in una prospettiva inconsueta e capitàna il tempo, ultima frontiera, sotto il segno di Penelope, icona di attesa paziente, che è fermezza e insieme mutamento. Senza contraddizioni: perché nel fare e disfare, Penelope governa il tempo, ne fa quello che vuole. E infatti ora è spartita, partita davvero. Inutile cercarla, anche il suo approdo non c’è, come il ricordo che riappare e se ne va, governato da processi segreti. Solcare i ricordi, sentire il tempo svincolato dalla linearità feroce e banale, percepirne l’essenza che è circolo e spirale, grazie al sapiente accostamento tra antiche fotografie sottratte all’oblio, nuove immagini create dall’artista e contrappunto di misurate e esatte parole: come Penelope con trama e ordito, Giuliana Laportella sottrae e aggiunge, componendo passaggi e paesaggi del tempo e nel tempo, tradotto per noi in spazio di visione e condivisione.
Spazio che incornicia, non definito e dato; spazio che porta sempre a un altrove perché l’artista invita al difficile e esaltante esercizio della libertà al quale è impossibile sottrarsi perché la bellezza, anche se inquieta e seduce, è fertile tramite, impulso potente. Perché la bellezza emoziona, e le opere di Giuliana Laportella sono emozione. Niente come lo scatto fotografico fissa un oggetto, un volto, un’individualità, donandogli una dimensione unica, innegabilmente. Non siamo noi, ma c’è sempre qualcosa di noi in ogni volto ritratto; non si parla di noi, eppure si dice qualcosa che ci riguarda. Immagini e storie coese formano un’unica verità, recuperano narrazioni perdute con occhio indovino.