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Zerocalcare in Feltrinelli: prima i 'disegnetti' poi musica e parole con Andreani

Rapido e netto. Pennarello e mano. I "disegnetti" prendono forma sul foglio, qualche tratto, eccoli: l'armadillo, la volpe, Supplì e il Secco. Ecco il mondo di Zerocalcare. Che a chiamarlo fumettista ci si sente un po' scemi, privi di parole...

Rapido e netto. Pennarello e mano. I "disegnetti" prendono forma sul foglio, qualche tratto, eccoli: l'armadillo, la volpe, Supplì e il Secco. Ecco il mondo di Zerocalcare. Che a chiamarlo fumettista ci si sente un po' scemi, privi di parole. Disegnatore, romanziere, satiro, narratore, saltimbanco, cialtrone, poeta di una generazione (si, lo sappiamo, non sopporta questa definizione, ma tant'è).

Zerocalcare, miracolo letterario degli ultimi anni è a Como oggi, dalle tre meno qualcosa con pazienza infinita disegna e fa il firmacopie alla Feltrinelli di Como. Il super-direttore Giovanni Magatti, ha fatto il colpaccio per la seconda volta. Bravo Giovanni.

Zerocalcare in città. Qualche anno fa era stato più facile, famoso ma non famosissimo, un po' più nostro, meno mainstream si direbbe, aveva già riempito i locali della libreria.

Ma oggi Zero è arrivato ovunque, ed è giusto così: la fila è infinita. Ci sono tutti: ragazzetti e adulti, curiosi (mancano mai?) collezionisti patologici e seriali di selfie (ma davvero volete un selfie con Zero?), le groupies commosse (è il caso di chi scrive), critici, esegeti, quelli che si vantano di conoscerlo dal primo giorno ("andavamo ai concerti punk insieme", rivelano un po' tronfietti), i sottili analisti delle graphic novel e quelli che fino a ieri: "Zerocosa?". Dai, ci sta. Ci sta tutto.

Zerocalcare prima dei libri con il suo blog, con Internazionale e le riviste ha incantato noi trenta-quarantenni. Ha ritratto quell'infanzia anni '80 tra Star Wars e cavalieri dello Zodiaco, Nintendo e Spock. Ha raccontato il tempo, il cambiamento, ci ha mostrato la sua coscienza sotto forma di Armadillo. E oggi dipinge il presente, racconta il suo viaggio nel mondo. Da Rebibbia agli aeroporti, dai viaggi in treno allo sporco di casa sua, dalle notti perso in Rete fino al viaggio a Kobane (se non avete letto il suo Reportage su Internazionale dovete rimediare).

Lirico e sublime, esilarante e commovente. L'ultimo libro, Dimentica il mio nome, è la storia della sua famiglia, una vicenda tutta sua, esplorata (forse elaborata?) con i disegnetti. Zerocalcare ha il dono unico dei grandi: danza tra commedia e tragedia con un'eleganza tale da far confondere riso e pianto in un unico gesto.

Si, siamo di parte, si ci piace tantissimo. Avete ancora tempo: firmacopie fino alle 19 (credete, il ragazzo ha una pazienza infinita), poi libreria chiusa e alle 21 riapertura. Introduzione di Philip di Salvo (giornalista di Wired) e poi Zero con Filippo Andreani (grandissimo musicista comasco).

Insomma, oggi tanta roba. Alla faccia della "morte culturale di Como".

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