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Cultura

L'ultimo bagliore di un impero, Como ai tempi delle monete d'oro

Paolo Lipari e il Comune firmano un piccolo gioiello storico

Il Comune di Como e l’associazione culturale Sguardi hanno presentato il documentario L'ultimo bagliore di un impero: un viaggio alla scoperta di come appariva la città lariana all'epoca in cui vennero nascoste le mille monete d'oro ritrovate nel centro storico il 5 settembre 2018. L'indagine si muove nel V secolo dopo Cristo, un'età segnata da mutamenti drammatici e profondi, interessantissima da ricostruire attraverso i segni lasciati nel tessuto urbano.

Il filmato, scritto e diretto da Paolo Lipari con le musiche di Alessandro Martire, vuole stimolare attenzione e curiosità verso una materia così ricca di spunti in una platea senza limiti di età o collocazione geografica. In particolare, come primi destinatari, si è pensato agli studenti di ogni ordine e grado, spesso frenati nell'amore per la ricerca storica da un'impostazione didattica troppo distante dal loro universo. Ecco quindi, al contrario di quanto successo per ll video turistico, un ottimo esempio di come si possa raccontare la città. 

A questo scopo il linguaggio utilizzato è dinamico e coinvolgente, con un continuo passaggio tra racconto storico, affidato agli esperti attori Marco Continanza e Arianna Pollini, riprese nel contesto urbano - ora sospese nel cielo, ora alla ricerca di indizi sotto il selciato - e vivaci animazioni digitali.

Queste ultime sono state ideate e realizzate dagli studenti dell'ISIS di Setificio “Paolo Carcano” di Como, una realtà scolastica particolarmente sensibile al valore dell'esperienza diretta e responsabilizzante. I ragazzi delle classi 5G4, 5G1 e 3G2, assistiti dai loro docenti coordinati da Elisabetta Casartelli, in piena emergenza sanitaria, hanno intrapreso un percorso formativo di particolare spessore. Una mostra nella Biblioteca Paolo Borsellino presenterà al pubblico gli elaborati degli studenti dal 12 maggio al 20 giugno prossimo.

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Il documentario, che offre uno scenario storico interessante quanto complesso, vede la consulenza dell'archeologa Isabella Nobile e le musiche composte ed eseguite da Alessandro Martire, talento comasco sempre più apprezzato anche all'estero, che con le sue avvolgenti armonie sospinge verso voli contemplativi e marca l'intensità degli snodi più drammatici.

Il risultato complessivo è un documentario che, nel segno della divulgazione culturale audiovisiva più vicina alla sensibilità contemporanea, sollecita il desiderio di saperne di più e andare a vedere e indagare con i propri occhi.

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