Splendori del Settecento sul Lago di Como: Villa Carlotta e i marchesi Clerici
Villa Carlotta, dopo aver concentrato l’attenzione sui suoi primi novant’anni di attività (1927-2017), prosegue il percorso di riscoperta della propria storia focalizzando l’attenzione sulle sue origini.
L’evento espositivo in programma domenica 21 luglio sarà infatti dedicato alla prima fase delle vicende della villa, vale a dire dalla fine del Seicento - epoca in cui fu costruita per volontà dei marchesi Clerici – arrivando fino al 1801, anno in cui l’ultimo erede della famiglia, Claudia Clerici Bigli, vendette il complesso a Giovanni Battista Sommariva, celebre collezionista d’arte neoclassica.
La mostra ruota attorno a un nucleo di dipinti barocchi che fin dall’origine appartenevano al patrimonio della villa e rappresentano la più importante testimonianza superstite sul lago di Como del gusto e della committenza artistica dei Clerici. Si tratta dei tre grandi quadri che decoravano l’Oratorio di San Francesco Saverio fatto costruire dai marchesi a servizio della loro residenza di villeggiatura e la loro realizzazione fu affidata a tre dei maggiori artisti attivi in Lombardia alla fine del Seicento: Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga.
A metà Ottocento il piccolo edificio di culto fu interessato da un rifacimento integrale che lo riconfigurò nelle forme attuali, quelle di una suntuosa cappella funeraria destinata ad accogliere i monumenti sepolcrali della famiglia Sommariva. In occasione di questi lavori i tre dipinti seicenteschi voluti dai Clerici furono rimossi e dopo esser rimasti depositati per lungo tempo nella sacrestia adiacente vennero trasferiti presso la chiesa parrocchiale di Tremezzo, venendo quasi dimenticati.
Restaurato appositamente per questa occasione, il ciclo di tele tornerà negli spazi di Villa Clerici e vi troverà una collocazione non effimera, grazie al comodato con la Diocesi di Como che consentirà di arricchire il percorso museale di Villa Carlotta con una sala dedicata ai suoi primi proprietari, i marchesi Clerici, e alla loro committenza.
Una sezione della mostra sarà invece incentrata sulla spettacolare serie di stampe settecentesche di Marcantonio Dal Re - da poco entrate a far parte delle collezioni del museo - che raffigurano la villa e il suo giardino all’epoca in cui era di proprietà del marchese Anton Giorgio Clerici, ultimo grande esponente del ramo principale della casata. Le stampe, che mostrano l’edificio, la sua pianta e il giardino, consentono immediatamente di comprendere la magnificenza aristocratica del complesso e quanto l’impianto dell’area di fronte alla villa, dominata dalla monumentale scala a doppia rampa e dalla fontana, sia ancora sostanzialmente aderente al progetto fatto realizzare dai Clerici tra Sei e Settecento.
Ai protagonisti di queste vicende, i marchesi Clerici, sarà dedicata una sezione specifica, in cui verranno presentati alcuni ritratti di membri del casato. In primis Giorgio Clerici a cui si deve la costruzione della villa (Milano, Raccolte d’Arte dell’Ospedale Maggiore), a seguire Anton Giorgio Clerici, di cui verrà esposto per la prima volta il grande ritratto di collezione privata che lo mostra con le insegne del Toson d’Oro, accanto al ritratto di sua madre Maria Archinto (Milano, Pio Albergo Trivulzio) e a quello della figlia Claudia Caterina, maritata Bigli (Milano, ASP Golgi Redaelli), l’ultima proprietaria della dimora prima della vendita a Sommariva.
I Clerici, una delle famiglie più facoltose e politicamente più importanti in Lombardia tra Sei e Settecento, disponeva di una rete di residenze di villeggiatura di grande prestigio. Accanto al palazzo di Milano, ancora esistente, la cui galleria fu affrescata dal più celebre pittore italiano del ‘700, Giambattista Tiepolo, i marchesi possedevano una scenografica villa sul Naviglio a Castelletto di Cuggiono, paragonabile per diversi aspetti alla villa di Tremezzo, e un’altra dimora suburbana a Niguarda, poco a nord della capitale dello Stato. Questi due luoghi di delizia, ancora esistenti sebbene impoveriti, verranno rappresentati in mostra attraverso le stampe settecentesche di Marcantonio Dal Re, appartenenti alla serie in cui è riprodotta anche la villa di Tremezzo.
Gli sfarzi dell’epoca saranno invece raccontati attraverso L’ingresso di Anton Giorgio Clerici al Quirinale, nelle vesti di ambasciatore di Maria Teresa d’Austria al conclave del 1758: un vivace quadro di cronaca, ricco di notazioni d’ambiente e di vita quotidiana, che bene si presta a restituire allo spettatore il clima di un’epoca e lo sfarzo nobiliare d’antico regime. Questo dipinto di grandi dimensioni – oltre 4 metri di larghezza – appartiene alle raccolte dei Musei del Castello Sforzesco di Milano ed è evocato da una videoproiezione in una delle stanze espositive, che consente di entrare nei segreti di questo capolavoro, seguendo passo dopo passo il corteo del marchese Clerici diretto verso la residenza dei papi. Un’ultima eco degli splendori settecenteschi di villa Clerici affiora nella tela dipinta da Bartolomeo Giuliano nel 1876 L'arrivo degli invitati, ricevimento a Villa Carlotta, Lago di Como. Il pittore raffigura l’arrivo via lago di un gruppo di ospiti illustri, ambientando la scena nell’epoca rococò, in sintonia con il gusto per i quadri in costume settecentesco molto diffuso a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, un momento particolarmente felice per questo genere di scene dal carattere frivolo e gradevole, molto apprezzato dal pubblico e dalla committenza.
Per completare l’affresco della vita ricca di “splendori” che conduceva la famiglia Clerici, in mostra anche alcuni gioielli: dai documenti si può infatti ricostruire come la collezione di preziosi di Giorgio II comprendesse centinaia di gioielli di diamanti, smeraldi e perle.
Nell’ottica di un’efficace integrazione tra opere esposte e contesto saranno inoltre dedicati approfondimenti specifici alle testimonianze risalenti all’epoca dei Clerici ancora individuabili nella villa e nel parco, a partire dalla serie di statue mitologiche collocate sulla balaustrata verso il lago per giungere fino alla e alle scenografiche rampe di scale che collegano la parte bassa del giardino all’ingresso dell’edificio. All’interno, invece, il lascito più evidente della prima fase di storia della villa è la decorazione di alcune stanze al secondo piano, dove una fascia con finte architetture e fiori, affrescata nel ‘700, dialoga con i soffitti lignei dipinti, del tipo detto ‘a passasotto, tipico delle residenze aristocratiche lombarde del XVII e XVIII secolo.
A corollario della mostra, un ricco calendario di appuntamenti, che permetteranno di approfondire i temi con conferenze e visite guidate tematiche e che porteranno alla scoperta dei contemporanei giardini con giochi d’acqua di Villa Borromeo Visconti Litta a Lainate, e della splendida galleria affrescata dal Tiepolo a Palazzo Clerici di Milano.