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Mostra di Angelo Novi: "L'omaggio che Como gli doveva rendere"

Le sue immagini sono diventate delle vere e proprie icone (C’era una volta in America o Ultimo tango a Parigi), venivano spesso “copiate” come inquadrature da parte dei registi con cui ha lavorato come fotografo di scena in più di 100 film dal...

mostra-novi-pozzoni-4Le sue immagini sono diventate delle vere e proprie icone (C’era una volta in America o Ultimo tango a Parigi), venivano spesso “copiate” come inquadrature da parte dei registi con cui ha lavorato come fotografo di scena in più di 100 film dal 1960 al 1996. Fino al 27 luglio al Broletto di Como è stata dedicata una mostra a Angelo Novi, uno dei più importanti fotografi di scena, un vero e proprio artista, che ha lavorato con alcuni dei registi più importanti del cinema italiano, registi del calibro di Pier Paolo Pasolini, Sergio Leone e Bernardo Bertolucci.

La mostra, “Il mio nome è Angelo Novi”, realizzata in collaborazione con il Lake Como Film Festival, è stata curata dal fotografo ed editore Carlo Pozzoni (nella foto con la figlia di Novi, Francesca) che ha voluto rendere omaggio a un grande artista comasco, conosciuto nel 1993, che non ha avuto la notorietà che si sarebbe meritato in vita. “Questa mostra è un omaggio ad un grande artista – ha spiegato Pozzoni – Le sue foto raccontano in maniera molto originale cos’era il cinema di quegli anni”. Nato a Lanzo d’Intelvi nel 1930, le sue fotografie di scena non erano mai state mostrate al pubblico nella sua città. La mostra si apre con un’immagine da Era notte a Roma (1960) di Rossellini fino ad arrivare agli ultimi scatti de Il tè nel deserto (1990) di Bernardo Bertolucci, con il quale Novi strinse una profonda amicizia.

Un vero e proprio artista che ha lavorato con i più grandi registi italiani, da Sergio Leone nel set del film “Il buono, il brutto e il cattivo” e “C’era una volta in America” a Bernardo Bertolucci nel film “Ultimo tango a Parigi” e “L’ultimo imperatore”.

Una raccolta di 65 fotografie in bianco e nero, alcune delle quali ritoccate con il pennello, realizzate e stampate dallo stesso Novi nel 1993 per una mostra a Roma. “Sono andato personalmente a Roma per raccogliere queste fotografie – ha raccontato Pozzoni – Devo ringraziare la moglie di Angelo Novi, Simonetta Borsini, e la figlia Francesca”. Le fotografie di Angelo Novi hanno il grande merito di vivere di vita propria, con inquadrature e tagli che riescono ad andare al di là del film. Novi con le sue fotografie riusciva così a costruire delle inquadrature vere e proprie, lo stesso Bertolucci dopo aver visto delle sue fotografie realizzate sul set de “L’ultimo imperatore” girò delle inquadrature ispirandosi proprio a quest’ultime. “Angelo Novi è nato come reporter, a 26 anni era in Ungheria a documentare la rivoluzione con Indro Montanelli – ha raccontato Pozzoni – È arrivato al cinema solo nel 1960 con l’incontro con Roberto Rossellini sul set di “Era notte a Roma”. La sua bravura è stata quella di utilizzare la sua esperienza da reporter nelle fotografie di scena”.

La mostra potrà essere visitata fino al 27 luglio (martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 20 e dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 21.30) nel salone del Broletto, in piazza Duomo, dove viene proiettato il documentario “Angelo Novi, fotografo di scena” a cura di Antonietta De Lillo e Giorgio Magiulo.

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