Kibarè presenta Walley al cinema Astra di Como
Proiezione per i 10 anni di attività dell'associazione guidata da Olvia Piro
L’associazione Kibarè Onlus nasce a Como nel marzo 2013 per iniziativa di un gruppo di operatori, medici e volontari con competenze in cooperazione internazionale mirata all’infanzia e al sostegno della famiglia in difficoltà. Kibarè significa, nella lingua dell’etnia Mossi (la più numerosa e antica nel Paese), “Come stai?” per esprimere, con semplicità e in modo diretto, quanto all’Associazione stiano a cuore il benessere e la dignità della popolazione burkinabè. La proiezione del film Wallay, venerdì 13 ottobre alle 21, al cinema Astra di Como, sarà preceduta da un video di Emanuele Colombo e Paolo Terraneo che celebra i 10 anni di attività di Kibaré,
Wallay, sinossi
Ady ha tredici anni ed è cresciuto nella banlieue francese. Quando un’estate, dopo l’ennesima spavalderia, viene spedito dal padre dai parenti in Burkina Faso, Ady scopre che la sua famiglia e l’ Africa sono diverse da come se le immaginava. La sua vacanza non è affatto una vacanza. Inizialmente vorrebbe scappare, ma giorno dopo giorno capirà di non poter fuggire da se stesso e finirà così per conoscersi meglio.
Note de regista Berni Goldblat
Ady è un adolescente. Ady è meticcio, la Francia è la sua patria ma la sua pelle è scura, come quella di suo padre. Ma nel concreto, da dove viene e quali sono le sue radici? Wallay racconta la fase di ricerca d’identità che Ady, volente o nolente, si trova ad affrontare. Il film si concentra su quel momento della vita in cui tutto può cambiare per sempre. A provocare questo cambiamento è quasi una casualità, ossia una decisione improvvisa e radicale del padre. Il film, seguendo i canoni del romanzo di formazione, racconta gli stravolgimenti nella vita del giovane protagonista. Nella storia di Ady lo spettatore riconoscerà la ricerca dell’identità che tutti sperimentiamo nel corso della nostra vita: ognuno di noi ha bisogno di scoprire da dove viene e di capire che cosa ci rende chi siamo e come siamo fatti, in modo tale da far convivere, tutti gli aspetti della nostra personalità per vivere appieno il nostro presente. Ady ha un’identità complessa e Wallay mostra la diversità come una grande ricchezza, una fonte di crescita e sviluppo e di maggiore comprensione tra culture. In tutto il mondo, e in particolare in Francia, il concetto di comunitarismo, ovvero il singolo inteso come parte di una società e di una comunità, sta diventando sempre più diffuso.
Questo film non persegue la finalità di mettere in contraddizione le due culture del protagonista ma, al contrario, Ady realizzerà che il luogo ideale non esiste, quello che conta veramente è sapere da dove veniamo. Il film segue il cammino del protagonista verso la riconciliazione con se stesso che avviene nel momento in cui comincia a non sentirsi più straniero ovunque si trovi. Wallay è una commedia drammatica ed è proprio attraverso la comicità che la storia del protagonista diventa sempre più commovente. Il senso di spaesamento e lo shock culturale sono raccontati con toni e atmosfere leggeri, ma la confusione che provocano in Ady riflette i mutamenti più profondi. Dovendosi confrontare con le sue diverse origini, e affrontando varie sfide, Ady finirà per mettere in discussione le sue conoscenze e le sue certezze, per accettare abitudini insite nel suo essere e per comprendere la sua capacità di inserirsi in una società a cui già apparteneva, senza saperlo. La scoperta, la rivelazione, l’accettazione della sua identità a cavallo tra due culture permetteranno ad Ady di conoscersi e di crescere. Questa è la storia di Wallay, la storia di un adolescente francese meticcio che dovrà perdersi in Burkina Faso per poter capire chi è davvero.