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Mostra: 4mila visitatori nel primo mese. Due questioni su triennio Cavadini e Villa Olmo

La mostra "Com’è viva la città", nel suo primo mese di vita (gratuita il 17 luglio, ufficialmente aperta al pubblico dal 18) ha fatto registrare 4.177 visitatori, dei quali 1.152 soltanto da martedì a domenica scorsi con 335 persone a Ferragosto e...

La mostra "Com’è viva la città", nel suo primo mese di vita (gratuita il 17 luglio, ufficialmente aperta al pubblico dal 18) ha fatto registrare 4.177 visitatori, dei quali 1.152 soltanto da martedì a domenica scorsi con 335 persone a Ferragosto e 299 domenica 16. I 4.177 ingressi totali, naturalmente, vanno intesi come netti, ossia senza il doping - per quanto utile, educativo e culturalmente inattaccabile - delle visite scolastiche, che sono però altra cosa dall'ingresso spinto soltanto dall'attrattività stessa dell'evento e dalla curiosità ben determinata del singolo.

Sono pochi 4.177 visitatori fino al 16 agosto scorso? Sono tanti? Difficile dirlo. Con un conto veramente della serva e senza alcuna pretesa scientifica, se cifre simili si replicassero fino alla chiusura del 29 novembre prossimo, il totale (sempre senza scuole, che certamente rimpingueranno non poco le cifre) si aggirerebbe attorno a quota 18-20mila. In linea, più o meno, con il dato 2014 (23mila e rotti ingressi per "Ritratti di città" - scuole incluse - evento che durò però fino alla metà di novembre e non fino a lambire dicembre come quest'anno) e quasi sicuramente meglio del primo "episodio" delle trilogia dell'assessore Luigi Cavadini (la mostra dedicata a Sant'Elia si fermò sulla soglia dei 17mila ingressi). Insomma, a spanne e con scostamenti più o meno da affinare, andando al di là dei numeri nel dettaglio, sembra che si delinei più che altro una tendenza: il baricentro, sia esso non raggiunto o superato, delle mostre dell'era Lucini-Cavadini è quota 20mila. Attorno, si manifestano picchi positivi o negativi non trascurabili ma che segnano confini invalicabili piuttosto chiari. Naturalmente, a meno di performance autunnali clamorose dell'evento in corso (magari aiutate da iniziative di promozione come quella del gruppo di artisti battezzati come gli "Scomodi" ).

cavadini-sfiduciaTracciare un qualsiasi bilancio definitivo sul triennio Cavadini ora sarebbe senza senso, quando alla chiusura di "Com'è viva la città" mancano ancora 3 mesi abbondanti su 4 e mezzo totali. Certo è, però, che - sempre se non si verificassero sconvolgimenti numerici nelle prossime settimane - materia per discutere a sipario calato sul trittico, stando così le cose, ce ne sarebbe davvero in abbondanza. Con un doppio tema che forse più di altri si porrà da subito: si può ancora parlare di "grandi mostre" a Como - se questa espressione ha, ha avuto e avrà un senso - in rapporto a eventi con questi numeri? E di conseguenza: togliendo quell'aura di "grandeur" a questi episodi artistici, ha, ha avuto e avrà ancora un senso far girare il resto del mondo (da Parolario a Miniartextil ma non soltanto) attorno a mostre che sono iniziative valide ma come molte altre, assurte però nella politica dell'assessore a perno inscalfibile per ogni altra decisione e programmazione su eventi tutt'altro che secondari per la vita e la storia di questa città?

Il tabellino finale di "Com'è viva la città" potrà infiammare o sedare di molto le due questioni. Che, però, sembrano comunque ineludibili per il dopo-trittico di chiunque sia l'assessore.

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