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Dal Lario all'Amazzonia, documentario sugli Indios al Don Guanella

"Essere in Amazzonia, o ai piedi dei grandi colossi Himalayani, in mezzo al Sahara o sulle montagne del Lago di Como mi fa sempre sentire in una condizione che non è mai di disagio; ma quella mia naturale. Che è poi vivere la vita, con tutte le...

"Essere in Amazzonia, o ai piedi dei grandi colossi Himalayani, in mezzo al Sahara o sulle montagne del Lago di Como mi fa sempre sentire in una condizione che non è mai di disagio; ma quella mia naturale. Che è poi vivere la vita, con tutte le curiosità che la mente si preclude e gli obiettivi che ognuno si pone. Spesso, visto che ad oggi tutti viaggiano e tutti arrivano da tutte le parti, mi sento come è giusto che sia, uno di loro, cosa non disprezzabile; mi sento un turista, senza comunque vivere la cosa con imbarazzo.

Certo è che la globalizzazione ci fa assomigliare un po' tutti, ma la grande natura resta". A Parlare è Alessandro Omassi, guardia del corpo forestale della Provincia di Como con la passione per i documentari. In effetti Omassi di documentari ne ha girati tanti in ogni angolo del globo, a partire proprio dal territorio in cui vive e lavora, quello del lago di Como. Il suo ultimo lavoro, però, è stato realizzato dall'altra parte del pianeta. pPr la precisione nelle foreste di Ecuador e Perù, dove si è recato con una spedizione alla ricerca di un nuovo incontro con gli Indios. Settimane di viaggio diventate uno splendido documentario che sarà proiettato all'auditorium Don Gianella in via Grossi a Como il 2 marzo alle 21.15. Il titolo racchiude in sé il senso che il documentarista ha trovato nel suo meraviglioso viaggio: "Amico Indio". Il legame di affetto, nato con Awa, capo del piccolo popolo indios Hauaorani, durante un precedente viaggio, ha spinto l'autore a organizzare una nuova spedizione in questi luoghi selvaggi e magici e a cercare un nuovo incontro con quella etnia. Con una canoa noleggiata in Ecuador è entrato nella foresta amazzonica navigando sul Rio Yasuni, contattando le prime tribù degli Huaorani e poi sul rio Napo, e infine sul Rio delle Amazzoni fino a Iquitos. Con un piccolo aereo militare si è spostato sul confine con il Brasile e ha proseguito, sempre in canoa, lungo il confine tra Perù e Brasile fino a contattare le tribù dei Mayorunas (gli ultimi uomini giaguaro). Un racconto umano sensibile e rispettoso, immagini coinvolgenti di una natura rigogliosa e di una sorprendente vita animale, scorrono in questo documentario, testimonianza anche della fragilità dell’ecosistema dell'Amazzonia e con esso delle popolazioni indigene che lo abitano, a rischio sopravvivenza. Vengono definiti “popoli nascosti in isolamento volontario”. In passato hanno avuto contatti coi bianchi, ma ogni incontro si è sempre risolto con esito drammatico.
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