Torna il Carnevale di Schignano con la magia delle sue maschere uniche
Ancora poche settimane per vedere dal vivo le acrobazie dei “Brut” appesantiti dai loro campanacci e dai loro abiti di stracci, per assistere agli spettacolari battibecchi tra la “Ciocia” e i “Bell” che si comportano da mariti autoritari, agghindati nei loro abiti sfarzosi ricoperti di pizzi e ninnoli. Pasqua alta (12 aprile) e quindi festeggiamenti rimandati come da calendario nella seconda metà di febbraio.
In attesa del programma ufficiale degli eventi, si può annotare la data della prima sfilata: “Il Carnevale dei bambini”, in occasione del pomeriggio di domenica 16 febbraio. Poi la seconda attesa sfilata in grande stile prevista per sabato 22 febbraio, sempre nel pomeriggio, e grande finale in occasione della baraonda del pomeriggio del martedì grasso, il 25 febbraio, con festa finale ad inizio sera e rogo del Carlisepp, il fantoccio simbolo del carnevale di Schignano.
I personaggi del Carnevale di Schignano
Il Brut
Dietro antiche enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, catturano l’attenzione dei numerosissimi presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile; ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, i Brut portano in scena il “povero”, costretto a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura ad emigrare, per mantenere la famiglia. Gli abiti dimessi, spesso imbottiti di paglia, gli attrezzi contadini di una volta e le pesanti campane, compongono un costume che sovente finisce con il pesare decine di chili.
Il Mascarun o Bell
L’andatura calma e retta, gli abiti vezzosi e colorati, i pizzi, i merletti e il pancione gonfio (il buttasc) conferiscono, invece, eleganza e un’aura di nobiltà ai Mascarun (i Beii). Accompagnati da sontuosi bastoni, ombrellini e sgargianti ventagli, i Mascarun invitano spesso i Brut, con modi risoluti, a rialzarsi.
La Ciocia
Una sola e stridula è la voce ammessa a parlare durante i cortei del Carnevale di Schignano: quella della Ciocia, moglie-serva del Mascarun, petulante e polemica, divertente caricatura delle donne di un tempo e macchietta degna del più nobile teatro dell’arte. Tassativamente rappresentata da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi delle angherie del marito e coinvolgendo gli spettatori in esilaranti mini sketch.
I Sapeur e la Sigurtà
Con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, i Sapeur, con tanto di ascia, il sabato e il martedì grasso, sono chiamati ad aprire e sorvegliare il corteo subito dietro alla Sigurtà, maschera che invece rappresenta l’autorità.
Il Carlisepp
E’ il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso nella piazza principale durante i giorni di festa, è destinato ad essere incendiato nel rogo finale del martedì grasso, non dopo aver però tentato di fuggire invano in una drammatica e rocambolesca corsa tra la folla e i vicoli.