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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Caccia alle streghe, 1.000 euro in palio per giovani ricercatori

Le “streghe” e le loro arti magiche sono loro le protagoniste del Premio per ricerche storiche inedite promosso dal Centro Insubrico Ricerche Etnostoriche (Cire). La prima edizione del Premio “Guaritrici, levatrici, medichesse” è pensato per i...

Le “streghe” e le loro arti magiche sono loro le protagoniste del Premio per ricerche storiche inedite promosso dal Centro Insubrico Ricerche Etnostoriche (Cire). La prima edizione del Premio “Guaritrici, levatrici, medichesse” è pensato per i giovani dai 16 ai 25 anni: per partecipare si deve presentare una ricerca inedita basata su fatti storici documentabili e che abbia per protagonista le donne e i saperi femminili. IL Cire è nato a Como nel 2007 da un gruppo di studiosi di discipline letterarie e storico filosofiche e lega il suo nome a iniziative dedicate alla persecuzione delle streghe e all’attività dell’Inquisizione.

Il primo premio in palio è di 1.000 euro. Il concorso ha ottenuto il patrocinio del Comune di Cernobbio, città del libro.

Gli elaborati potranno essere presentati sotto forma di testi scritti (massimo 10 cartelle), graphic novel e/o foto racconti ma anche attraverso produzioni digitali multimediali e video girati anche con smartphone (durata massima di 20 minuti).

Le protagoniste indiscussa di questa ricerca saranno le donne e la loro maestria legata alla cura e alla medicina popolare, all’uso delle piante, alla formulazione di decotti, pozioni e pomate a base di erbe curative.streghe-concorso-2

“Il concorso è un’idea per avvicinare il target giovane cui è rivolto il premio – spiega la presidente del Cire Chiara Milani – uno stimolo a dimostrare che la ricerca storica non è un’attività da topi d’archivio, ma può essere un’esperienza divertente e formativa, senza smarrire il senso della verità documentale. Il nostro sguardo non è però rivolto esclusivamente al passato – precisa Milani – ci interessano i fenomeni di persecuzione, intolleranza, esclusione sociale e culturale con particolare riguardo alle donne. Se nei secoli scorsi era la caccia alle streghe oggi ci sono il ciberbullismo, l’intolleranza, nei riguardi delle diversità in tutte le sue forme, il femminicidio. Proporre oggi un tema delicato come questo, con il taglio della ricerca storica a un pubblico giovane e con strumenti innovativi è, dal nostro punto di vista, una sfida e ci auguriamo possa essere un modo per fare riflettere e stimolare nelle giovani generazioni una nuova cultura del rispetto: non sempre quel che non si conosce, o non si capisce, è “diabolico””.

La ricerca, senza limiti temporali né geografici, potrà spaziare dalla storia alla etnostoria all’antropologia e comprendere tradizioni femminili legate alla cura e alla medicina popolare, alla sapienza femminile nel campo della cura e della prevenzione.

Gli elaborati, che dovranno essere accompagnati dalla citazione delle fonti o da una bibliografia, dovranno essere consegnati entro il 15 settembre 2015. La partecipazione è gratuita. Il lavoro presentato potrà essere firmato anche da non più di due autori, che risulteranno coautori in pari dignità. Il premio assegnato verrà in questo caso suddiviso in due (500 euro a ogni autore). Per ulteriori informazioni si può scrivere a cire.ricerca@gmail.com

Gli elaborati potranno partire da questa traccia da cui poi si richiede di delineare un percorso di riflessione originale che si basi su fonti o fatti documentabili. C’è stato un tempo in cui la medicina era una scienza per pochi, i medici e gli ospedali erano lontani, in città, e non facili da raggiungere: chi curava i malati nei villaggi sperduti? Chi assisteva le donne durante il parto o accompagnava i moribondi? Le guaritrici, chiamate sciamane, streghe, medichesse, e, a seconda del dialetto, strie, masche, basure, medicone, Borde, Janare. Le streghe guaritrici conoscevano bene l’impiego terapeutico delle piante medicinali: la camomilla contro coliche e mal di testa, la valeriana per moderare l’eccitabilità dei nervi, la bindella o centaurea gialla usata contro le febbri malariche, gli impiastri di radice di corbezzolo applicati per alleviare il mal di testa, la malva ancora per mal di testa e coliche ma anche per le emorroidi e gli ascessi dentali. All’uso delle piante si accompagnava anche sovente quello degli animali o di parti di essi. Le guaritrici spesso univano ai loro decotti e pomate a base di erbe formule magiche, preghiere e talismani per cacciare la negatività che si era impossessata del malato. Ogni partecipante può presentare un solo elaborato, in due copie, nella forma di presentazione scelta, da indicare nella scheda di iscrizione al premio. Gli elaborati potranno essere spediti alla sede del Cire (in questo caso fa fede la data del timbro postale) all’indirizzo: Cire, via Giovane Italia, 13 – 22100 Como, oppure inviati come allegato all’indirizzo mail: cire.ricerca@gmail.com indicando in oggetto: Premio di ricerca Guaritrici, levatrici, medichesse. Nella mail può essere indicato il link al sistema FTp (dropbox, wetransfer, ecc…) dal quale scaricare l’elaborato.

Gli elaborati non verranno restituiti e rimarranno di proprietà e a disposizione del Cire per ogni uso consentito dalla legge. Resta inteso che in caso di pubblicazione gli elaborati manterranno la segnalazione del nome dell’autore.

La giuria, che valuterà il miglior elaborato, è formata da membri del consiglio, del comitato tecnico del Cire e da un rappresentante del Comune di Cernobbio. Il premio di mille euro verrà assegnato al vincitore durante una manifestazione pubblica che si terrà a novembre 2015 a Villa Bernasconi a Cernobbio.

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