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Rondelli & The King: Canada e Toscana si incontrano questa sera a Cantù

Si erano sempre guardati con sospetto: troppo sanguigno e travolgente il canadese, troppo rarefatto e sentimentale il toscano. Ma un giorno, grazie ad Andrea Parodi, il promoter canturino capace di immaginare duetti impensabili, tra Bocephus...

Si erano sempre guardati con sospetto: troppo sanguigno e travolgente il canadese, troppo rarefatto e sentimentale il toscano. Ma un giorno, grazie ad Andrea Parodi, il promoter canturino capace di immaginare duetti impensabili, tra Bocephus King e Bobo Rondelli nacque l’amore. I due imbracciarono le chitarre, le attaccarono a una presa elettrica, iniziarono a battere il tempo, a parlare di storie simili che arrivano tutte dal "toscanada". Una coppia perfetta, tanto ben assortita da partorire una creatura musicale straordinaria, multiforme, magica. Un occhio chiaro come il cielo, a cui guardare quando le cose del mondo girano male, un occhio scuro come la terra, a cui tornare quando si sente nostalgia dell’infanzia.

"Bobocephus" è figlio del rock e della melodia, del sogno e del gioco, del ritmo e del canto a voce spiegata, dell’energia e della malinconia. Dylan e Ciampi, Bowie e De André, Waits e Guccini, i padrini; Clash, Lou Reed, Jannacci e i Rolling Stones, invitati alla festa. Rondelli e King ora camminano insieme per le strade di un tour e di un disco irripetibili e imperdibili che giovedì 13 ottobre, alle 21, debuttano in concerto sul palco del Live Club All'1&35circa di Cantù.

bobo-rondelli

Bobo Rondelli, artista livornese tutto genio e sregolatezza. La carriera discografica di Rondelli inizia nel 1993 grazie all’incontro con Pirelli, produttore dei Litfiba; la Emi Music produce il primo album del suo gruppo, gli Ottavo Padiglione, e al primo successo, ne segue subito un altro. Tocca così ad un’altra major, la Universal Music, occuparsi di Fuori Posto, un lavoro dai toni molto pungenti, ironici e sprezzanti, tipici del personaggio. Dopo l’album Disperati, Intellettuali Ubriaconi, prodotto e arrangiato nel 2003 da Stefano Bollani, pianista di assoluto talento e astro del jazz mondiale, nel 2009 esce "L’uomo che aveva picchiato la testa", film su Bobo diretto da Paolo Virzì, con aneddoti degli amici e l’oltraggio dei nemici in un ritratto al vetriolo, un vero e proprio tuffo nello humour toscano con incursioni di comici e musicisti come Migone, Riondino e il già citato Bollani. La pellicola anticipa di soli pochi mesi Per amor del cielo, album finalista all’edizione del Premio Tenco 2010. Poi arrivano E’l’ora dell’ormai, lavoro lanciato da una splendida canzone intitolata Blu, Come i carnevali e quest'anno lo splendido omaggio al concittadino livornese Piero Ciampi.

Bocephus King playing at the 2010 Komasket Music Festival in Vernon.

Amarcord è il titolo felliniano con cui Bocephus King (che sabato 22 ottobre sarà al Premio Tenco di Sanremo, come anticipato in questo articolo) ha ripercorso nel 2013 un viaggio musicale pieno di surreali riferimenti cinematografici. Una maratona di quasi 80 minuti attraverso le sue canzoni più belle e alcuni inediti, tra cui una personale rilettura di Señor di Bob Dylan. La carriera del cantautore canadese inizia a metà degli anni Novanta con Joco Music - un disco registrato a Point Roberts, nella casa di famiglia in Canada, e realizzato dopo un lungo girovagare tra la California, il Messico, Nashville, New York e New Orleans - dal quale sono stati estratti i tre bellissimi brani che aprono la lunga cavalcata cronologica dell’antologia. Grazie allo spessore di canzoni come Nowhere at All, nel 1988, con A Small Good Thing arriva il primo importante contratto discografico. Il successivo The Blue Sickness regala finalmente a Bocephus un grande successo anche in Italia: il magazine “Buscadero”, conquistato da Eight and Half, Josephina, Mess of Love, Precious Things e più in generale da tutto un lavoro davvero strepitoso, gli dedica nel 2000 la copertina. Dopo tanto clamore, nel 2004 arriva All Children Believe in Heaven, un lavoro ricco di grandi intenzioni musicali ma certamente meno immediato del suo predecessore. Stupendo, nel 2010, Willie Dixon God Dam, basti ricordare un pezzo come Broken Dowm Rock'n' Roll Machine, e non da meno l'ultimo disco in studio The Illusion of Permanence dello scorso anno.

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