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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

ArtUp presenta Eva Antonini: Soli insieme

I lavori in lockdown degli artisti comaschi e ticinesi con il commento di Luigi Cavadini

I musei sono chiusi, così come le pinacoteche e le gallerie private. Un momento difficile anche per l'arte. Tuttavia, quella che stiamo vivendo è una stagione ricca di narrazione e di momenti solitari che possono anche essere stimolanti. Gli artisti, che proprio attraverso le loro opere elaborano emozioni, non hanno mai smesso di lavorare e di essere ispirati, ognuno con la propria sensibilità, dalla pandemia.

Così abbiamo pensato di offrire loro un momento in cui potersi raccontare e confrontare attraverso le loro opere. Ragion per cui - anche grazie alla collaborazione con il critico d'arte Luigi Cavadini - QuiComo ha inaugurato lo scorso novembre la galleria virtuale "ArtUp", prima con Marco Vido e poi con Adriano CaverzasioPatrizia CassinaEster NegrettiLorenza CerutiGabriela Cecilia SpectorGin Angri e Angelo Monti

Una personale riservata di volta in volta  a tutti gli artisti comaschi e ticinesi che in questi mesi di pandemia non hanno potuto esporre le loro opere. Unica condizione, che i dipinti, le sculture e le fotografie, non siano precedenti al marzo del 2020 e che le opere siano accompagnate dal racconto dei loro autori. Proseguiamo quindi con Eva Antonini, artista di base in Canton Ticino.

Trilogia della Corona - Grès-2

Soli insieme
Eva Antonini

All’inizio non ti toccano le notizie, hai il cuore ancora leggero. Poi arriva la botta, il blocco totale delle attività, un cambiamento radicale della realtà mondiale. Sarà giunta l’apocalissi? L’ambiente ha una parvenza surreale… Nonostante tutto, continui a creare, a sperimentare e a ricercare; respingi la realtà e confidi in nuove prospettive future, perché la speranza di uscirne è grande. Poi il secondo lockdown ancora più lungo ti proietta verso una nuova pseudo-normalità. Ti paralizzi, ti trovi in un limbo senza via d’uscita; la speranza per un miglioramento si sgretola. Vivi alla giornata, come forse avresti già dovuto fare da tempo, senza progettare né pianificare ogni particolare della tua vita lavorativa e artistica.

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Tuttavia, è sconfortante dover restar nel proprio guscio; niente mostre, niente visite in atelier, niente manifestazioni culturali, niente abbracci…solo il vuoto… il silenzio, appunto surreale. Mi faccio coraggio e mi metto all’opera con l’intento di riempire quel vuoto e quel silenzio con nuove opere estemporanee, in linea con ciò che stiamo vivendo. Nel mentre riaffiora un tema che mi sta a cuore da molto tempo, che mi rattrista e che sembra essersi acuito ulteriormente con la pandemia: la mancanza di unione tra artisti.

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Moltissimi vivono un isolamento autoindotto, però paradossalmente si seguono con assiduità sui social media. Ciononostante, solo pochi si frequentano, collaborano, si sostengono e promuovono a vicenda. Paura? Competizione? Indifferenza? Lo specchio della deriva della nostra società? Chi può darmi una risposta? È proprio a questo proposito che prevedo la creazione di una nuova serie dedicata, in virtù di un forte auspicio: Orbis Unum

Materia su Materia
Il commento di Lugi Cavadini

Eva Antonini è da annoverare fra gli scultori svizzeri di rilievo in questo scorcio di secolo. Della scultura sperimenta - come ben illustrano le immagini - tutte le possibilità, sviluppando in primo luogo quella che si ottiene “per via di porre”, cioè aggiungendo materia a materia (ecco le sculture in gres o in bronzo), senza trascurare quella “per via di levare” che si raggiunge invece sottraendo via via materia al blocco informe di partenza (ecco i marmi e i lavori in pietra).  Da una parte quindi la realizzazione di figure modellate composte in divenire con una materia carezzata fino al risultato finale da affidare al fuoco della cottura o a quello del bronzo fuso. Da un’altra parte l’estrazione di volti e corpi in un avvicinamento alla forma che avviene con gradualità nell’intento di liberare quel pensiero che si materializza faticosamente sotto i colpi dello scalpello.

Abbandono - marmo statuario h60x50x30cm-2

Al centro dell’operare è comunque l’uomo, l’uomo raccontato nella sua corporeità, con particolare attenzione alla dimensione individuale del volto che lo rende unico tra tanti. L’uomo osservato, interpretato, tradotto, reinventato. Ora nella descrittività piena, ora nella attenzione concentrata su un particolare che lascia al fruitore il compito di completarne mentalmente la lettura. Non manca neppure, in molte delle sue opere, la valenza simbolica di un racconto che invita chi vi si accosta a farsi partecipe dell’azione e in certi casi a rispecchiarsi nei suoi personaggi o a confrontarsi con essi. 

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Nella sua elaborazione d’arte Antonini non cede mai alla tentazione della perfezione della forma, ma si lascia guidare dalle sue riflessioni sulla fragilità dell’essere umano e della vita. Come avviene, ad esempio, in una delle opere recenti - Vestida de mar  - foto sopra  -una scultura in bronzo destinata ad un omaggio pubblico ad Alfonsina Storni, donna speciale di origini ticinesi, emigrata in Argentina e considerata di quel lontano Paese (e non solo) una delle poetesse più significative della prima metà del ’900. Un lavoro che vede Alfonsina avvolta dalle onde di Mar del Plata dove si abbandonò alla morte nel 1938, a 46 anni, dopo aver sigillato il suo percorso creativo con la poesia “Voy a dormir”.

Cenno biografico

Eva Antonini nasce a Rapperswil (Svizzera), luogo d’infanzia, di adolescenza e di studi. La sua predisposizione naturale a plasmare la creta – materia che più tardi prediligerà per le sue creazioni – emergono già nei primi anni della sua esistenza. Nonostante la vita la orienti verso un percorso professionale del tipo commerciale e linguistico, nel 2002 erompe la sua vera passione per la scultura che la porta ad immergersi, senza voltarsi indietro, in questo affascinante mondo di creatività tridimensionale. Il corpo in quanto “traduttore dell’anima al visibile”! Seguendo questo fil rouge nella sua ricerca, Eva Antonini dà nascita a frammenti di corpi e volti impregnati dal tempo e dai segni lasciati della vita. Frammenti come una sorta di mappa del vissuto che contemplano la fragilità e transitorietà della vita, la metamorfosi tra passato e presente. (Sotto un lavoro in corso)

Lavoro in corso ea-2

Negli anni successivi la sua ricerca scultorea si fa inarrestabile e concitata, soprattutto nel silenzio della notte. La possibilità di poter trasferire le sue idee sulla materia la entusiasma e, allo stesso tempo, la tormenta. Seguono numerose mostre collettive e individuali, nazionali ed internazionali, simposi, incarichi e premi, di cui il più recente assegnatole da Artemilano 2018. Nel 2018 inaugura ufficialmente il suo nuovo e spazioso atelier. Nel 2020 riceve un incarico ufficiale dalle autorità comunali inerenti a un’opera in bronzo destinata ad una nuova piazza nel Luganese, in Svizzera. Il suo curriculum espositivo (collettivo e personale) la vede presente in varie località della Svizzera, in Italia, Spagna, Austria, Francia e Stati Uniti.

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