ArtUp presenta Gabriela Spector: Abbracci e Abbandoni
I lavori in lockdown degli artisti comaschi e ticinesi con il commento di Luigi Cavadini
I musei sono chiusi, così come le pinacoteche e le gallerie private. Un momento difficile anche per l'arte. Tuttavia, quella che stiamo vivendo è una stagione ricca di narrazione e di momenti solitari che possono anche essere stimolanti. Gli artisti, che proprio attraverso le loro opere elaborano emozioni, non hanno mai smesso di lavorare e di essere ispirati, ognuno con la propria sensibilità, dalla pandemia.
Così abbiamo pensato di offrire loro un momento in cui potersi raccontare attraverso le loro opere. Ragion per cui - anche grazie alla collaborazione con Luigi Cavadini - QuiComo ha inaugurato nei giorni scorsi la galleria virtuale di "ArtUp", prima con Marco Vido e poi con Adriano Caverzasio, Patrizia Cassina, Ester Negretti e Lorenza Ceruti.
Una personale riservata di volta in volta a tutti gli artisti comaschi e ticinesi che in questi mesi di pandemia non hanno potuto esporre le loro opere. Unica condizione, che i dipinti, le sculture e le fotografie, non siano precedenti al marzo del 2020 e che le opere siano accompagnate dal racconto dei loro autori. Proseguiamo quindi con Gabriela Cecilia Spector, artista svizzera.
Abbracci e Abbandoni
Gabriela Cecilia Spector
Il progetto comprende opere recenti. Si tratta di disegni, dipinti, sculture e fotografie su un tema che mi è caro, quello dell’abbraccio. Il tema degli abbracci oggi però va oltre la dimensione individuale e non è circoscritto solo all’ambito dell’affettività. La pandemia, entrata di prepotenza e in modo globale nelle nostre vite, ci ha costretto al distanziamento sociale. Ha riportato nelle nostre esistenze la dimensione del pericolo legato a un agente infettivo pericoloso e letale, ci ha costretto a guardare al prossimo e a noi stessi come a possibili veicoli di contagio o a possibili vittime, ha bandito la vicinanza, il contatto fisico, ci ha privato dei gesti più spontanei e vitali.
L’abbraccio assume una forza e un significato diversi: può diventare gesto simbolico, gesto politico, addirittura provocazione in un momento in cui la dimensione fisica suscita preoccupazione. Questo progetto esplora da un lato la dimensione affettiva dell’abbraccio, esplora l’energia e l’estetica del gesto. Contiene la volontà di affermare l’essere umano con le sue emozioni e la sua fisicità; lo coglie forse alla vigilia di una trasformazione profonda. Per queste ragioni in questo progetto accosto agli abbracci e la dimensione dell’abbandono, con la sua ambivalenza: abbandonarsi è dare spazio alle proprie emozioni, rinunciare al controllo, al dominio di sé; abbandonarsi è anche separarsi, prendere le distanze, dire addio.
A cosa stiamo dicendo addio in questo momento storico? Cosa ci apprestiamo ad accogliere, a ricevere?
Frasi come “Gli abbracci sono un luogo perfetto in cui abitare”, “Il mondo non è comprensibile ma è abbracciabile” restano attuali o appartengono al nostro recente passato?
Una materia viva
Il commento di Luigi Cavadini
Gabriela Spector affronta la materia da plasmare per le sue sculture con una autentica partecipazione emotiva. Quando le osserviamo – siano esse cere, gessi o bronzi – percepiamo immediatamente dalle superfici il tocco vivo delle mani dell’artista che infondono quel fluido vitale che rende palpitante l’abbraccio, intenso e condensato nel fondersi della materia. Nella situazione attuale in cui i contatti tra le persone sono esclusi o fortemente sconsigliati, ancor più il suo raccontare gli incontri risulta denso di pensieri, di desideri, di bisogni.
La sua produzione attuale affonda le radici in una riflessione che nel tempo ha indagato l’origine della vita nelle sculture in cui ha isolato in frammenti di figura i grembi di donne in attesa, andando a fare, pur in assenza, l’elogio dello stare strettamente, intimamente insieme. Corpi che si incontrano quindi come metafora della vita, tensione vera verso un’umanità che si rispetta, ma, ancor più, si cerca e si capisce. In una fusione, ben esemplata dal bronzo, che riesce a essere leggermente dinamica nello spazio anche se bloccata nella materia e sospesa nell’azione.
Informazioni
gabriela.cecilia.spector@gmail.com
www.gabrielaspector.com
FB: Gabriela Spector
La Fenice atelier d'arte di Gabriela Spector
Via dell'indipendenza 4A- 6826 Riva San Vitale
Spazio espositivo permanente
Via alla Torre 22 CH- 6850 Mendrisio