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Cultura Figino Serenza

On the road, in viaggio con Andrea Parodi: un desiderio chiamato Scarlet Rivera

Quarta tappa con il diario del nuovo disco in uscita il 6 maggio

Mancano solo 10 giorni, il prossimo 6 maggio Andrea Parodi pubblicherà il suono atteso terzo album. Per la musica è una stagione difficile con l'attività live bloccata da mesi e che forse solo in estate potrà trovare un po' di respiro. Così abbiamo deciso di accompagnare questo album intitolato Andrea Parodi Zabala con un diario di viaggio nella musica del musicista e promoter canturino. In questo nuovo appuntamento, qui trovate le prima, seconda e terza tappa, spazio ai violini che hanno impreziosito un disco che respira aria d'America dalla prima all'ultima canzone, questi i titoli dei brani presenti nel disco. 

01. Buon anno fratello
02. Elijah quando parla
03. I piani del Signore
04. Where the Wild Horses Run
05. Gabriela y Chava Moreno
06. Se vedessi la baia ora
07. C’e’
08. Brasile
09. Tutti i pesci del mare
10. E' solo un fiore
11. Maya dei girasoli
12. Ninna nanna del maggio

Il diario -(Quarta tappa)

Il violino

Il violino, così come la fisarmonica, sono strumenti che amo e che mi piace immaginare nelle soffitte delle case. Sono strumenti che evocano storie. In una mansarda della Valtellina è stato ritrovato il violino dello zio Tino, il fratello del mio bisnonno, che era emigrato in America. Il violino è memoria e lo è soprattutto quello di Tim Lorsch, musicista di Nashville che ha orchestrato la mia E’ solo un fiore. Quando ci siamo sentiti al telefono nelle scorse settimane mi ha raccontato con commozione la sua storia. La sua famiglia, ebrea, scappò dalla Germania nazista alla fine degli anni 30. Tim è il primo Lorsch a nascere in America. Nel 2016 viene ritrovata una valigia in un piccolo negozio di antiquariato nella Repubblica Ceca. Quella valigia arriva miracolosamente a Nashville. Al suo interno c’è inciso il nome di Julius Israel Lorsch insieme al numero di trasporto. Julius è il prozio di Tim, deportato in un campo di concentramento. Quella valigia racconta la storia della sua famiglia e racconta le pagini più triste della Storia.

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Nella prima parte del XX secolo, prima dell'olocausto, la Germania era uno dei luoghi più sicuri al mondo per gli ebrei. La famiglia di Tim arriva dallo stesso ambiente che ha generato Sigmund Freud, Gustav Mahler, Albert Einstein. In quel momento la Germania era un paradiso per gli ebrei, poi in meno di un decennio, tutto è cambiato. Tim ha deciso di raccontare questa storia e “the Suitcase” diventa uno spettacolo multimediale, con solo lui sul palco e i suoi strumenti, tra musica, narrazione e fotografie d’epoca. Una storia che parla di speranze, sogni, resilienza, vulnerabilità e sopravvivenza. Il prossimo gennaio in occasione della Giornata della Memoria mi impegnerò a portare questo straordinario spettacolo in Italia

Uno dei primi vinili che ho acquistato da ragazzino è stato Desire di Bob Dylan. Lo feci arrivare per posta insieme ad altri vinili e per la smania di aprire velocemente il pacco rigai con un coltello il lato B di Desire che era in cima agli altri. Joey saltava e si incantava verso la metà e così cominciavo da Romance in Durango, canzone che amavo anche nella versione di Fabrizio De Andrè e rappresentava per me la chiusura di un cerchio, l’incontro tra i cantautori italiani che ascoltavo da bambino e il rock americano che cominciavo ad amare. E poi c’era quel violino di Scarlet Rivera! Ricomprai Desire non appena uscì anche in cd. È il disco di Dylan, al pari di Blood on The Tracks e Street Legal, che ho ascoltato di più. C’è tanta letteratura nell’incontro tra Dylan e Scarlet, e Martin Scorsese lo ha raccontato benissimo nel recente film pubblicato da Netflix sulla Rolling Thunder Review. Scarlet Rivera, La Regina di Spade, è uno dei personaggi principali, sicuramente è quello più sexy, intrigante e misterioso. La leggenda narra che Bob Dylan girasse di notte per New York in macchina ascoltando i mix di Desire. Eric Clapton aveva appena registrato la sua chitarra solista sul disco.

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Dylan nota una ragazza col violino in spalla a un incrocio. Inchioda la macchina e la fa salire a bordo. Vanno a bere qualcosa e poi la porta in studio nel cuore della notte per registrare per gioco il suo violino sulle parti dove aveva suonato Clapton. Desire uscirà col violino di quella giovane ragazza incontrata una notte per caso al posto delle chitarre di Eric Clapton! E questo è un passaggio cruciale nella storia del rock perché un violino così non si era mai sentito prima e influenzerà il modo di fare musica creando una sintesi tra rock e folk. Il violino di Scarlet ha il profumo dei gitani e del Messico e diventerà ancora più epico durante il tour della leggendaria Rolling Thunder Review e nel film Renaldo and Clara. L’attacco di Hurricane col violino di Scarlet Rivera è una delle pagine più belle della storia del rock e ho sempre sognato di incontrarla un giorno. Uno degli ultimi tour che ho organizzato prima della pandemia è stato quello di Eric Andersen, uno dei massimi esponenti del songwriting americano, che negli anni sessanta si esibiva al Village con Dylan, Dave Von Ronk e Joni Mitchell. Conosco Eric Andersen (foto sotto) da molti anni, ho visto tanti suoi concerti e il suo disco Blue River è per me un capolavoro assoluto (e non solo per me, anche per Maude Lebowsky). In questo ultimo tour del novembre del 2019 Eric ha fatto uno straordinario regalo all’Italia facendo arrivare da Los Angeles Scarlet Rivera per suonare al suo fianco.

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Con loro sul palco c’erano anche Cheryl Prashker alle percussioni, la moglie Inge ai cori e Paolo Ercoli al dobro, steel e mandolino. Con questo meraviglioso quintetto è stato registrato un live al club Spaziomusica di Pavia che presto verrà pubblicato. I momenti per me più intensi di quel tour sono stati due fuoriprogramma. Il primo una cena/concerto all’agriturismo La Viscontina di Somma Lombardo dove si sono uniti a noi anche Jono Manson e Johnny Irion con sua figlia Olivia, pronipote di Woody Guthrie e vederla sul palco insieme a Scarlet è stato davvero pazzesco. Poi c’è stata una cena nella mia taverna con Eric e Scarlet e un po’ di amici, tra cui Carlo Feltrinelli. In quella occasione abbiamo suonato per la prima volta insieme Gabriela y Chava Moreno. L’abbiamo suonata di nuovo, due settimane dopo, quando Scarlet è tornata dalla Grecia e poche ore prima di ripartire per l’America mi ha raggiunto all’Amandla di Cermenate dove suonavo coi Borderlobo. Ha fatto tutto il concerto con noi e quella serata resterà per me una delle più belle di sempre. Siamo rimasti in contatto in questi mesi, abbiamo suonato a distanza durante la pandemia e registrato in modo casalingo una canzone inedita, Liberi. E adesso il suo violino su Gabriela y Chava Moreno insieme alla fisarmonica di Joel Guzman. Preparatevi un margarita ghiacciato quando l’ascolterete!

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10 anni dopo Desire di Dylan che si apriva in modo epico con Scarlet Rivera su Hurricane esce un altro disco che fa sicuramente parte della mia top ten di sempre: Fisherman’s Blues dei Waterboys. Due accordi di chitarra acustica, un’apertura di mandolino elettrico e poi l’entrata a gamba tesa di Steve Wickham col suo violino. Una nota lunga che ti prende per mano e ti porta in un’altra dimensione. Poi entra la voce magica di Mike Scott. Finisce la strofa ed ecco il riff di violino di Steve Wickham che è già nella storia. E sempre su quel disco ci sono gli oltre 7 minuti di Sweet Thing di Van Morrison. Una versione pazzesca, anche grazie al suono di quel violino, antico e moderno. Ci sono le radici, il fascino, la spiritualità e il calore dell’Irlanda ma c’è anche una dimensione straordinariamente rock. Prima di unirsi ai Waterboys Steve Wickam ha suonato con Sinead O’Connors e con gli U2 per il disco War che lo vede protagonista in uno dei brani più potenti e immortali della storia: Sunday Bloody Sunday.  Mike Scott ascolta per la prima volta Steve Wickam proprio grazie a Sinead O’Connors e lo invita a partecipare alla session di Fisherman’s Blues, una delle pagine più romantiche della storia.  Un’incredibile ensemble di musicisti così tanto impegnati a divertirsi e fare musica da staccare il telefono anche alla casa discografica che li avrebbe lanciati come la più importante rock band britannica del momento. Non risposero a quella chiamata, erano troppo occupati a suonare. 

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Ogni giorno c’era qualche nuovo musicista che si univa alla session. Qualche anno fa è stato pubblicato un cofanetto di 7 cd di quelle registrazioni, con oltre 120 canzoni!  Ho contattato Steve Wickham grazie al mio amico James Maddock. A metà anni novanta i Waterboys fecero un’audizione perché cercavano un chitarrista solista. Si presentò James e fu preso immediatamente, e quando Mike Scott si accorse che non era solo un chitarrista ma soprattutto un cantautore lo incoraggiò a investire sulla sua carriera solista. “James, non voglio avere un talento come te sulla mia coscienza. Sono sicuro che ci rivedremo”.
James Maddock ascolta le parole di Mike Scott e fonda i Wood, firmando per la Sony. La band ha un discreto successo e alcune canzoni del disco entrano nella colonna sonora del film Serendipity e della serie Dawson’s Creek. Poi James perde la testa per una donna, la segue a New York, finisce l’amore, ma lui resta lì e sparisce da tutti i radar. Fino al 2010 quando pubblica Sunrise on Avenue C. L’eco di quel disco arriva fino a Mike Scott che si innamora delle sue canzoni e lo raggiunge a New York, per comporre insieme nuovo materiale per i Waterboys. In rete si trova traccia di quei giorni newyorkesi di James con Mike e Steve e c’è una una bellissima versione di Fisherman’s Blues dal Rockwood Music Hall. È un onore immenso e una grande gioia avere il violino di Steve Wickam su Where the Wild Horses Run.

Durante i giorni di registrazione del disco ho alloggiato con la mia famiglia nel cuore pulsante di Austin, nell’incantevole residence Posada del Rey, ospiti di Carrie Rodriguez e Luke Jacobs. L’appartamento ha una terrazza che si affaccia su una corte delimitata da archi importati direttamente dal Messico e sull’azzurro di una grande piscina. Dal terzo piano abbiamo la vista sui grattacieli della città e tutti i principali locali di musica dal vivo sono a pochi isolati da noi. Carrie e Luke sono amici, famiglia, e durante i loro tour in Italia abbiamo intrecciato viaggi nei luoghi più belli del nostro paese. Siamo stati insieme a Sanremo per il Premio Tenco e dai parenti di Elena in Toscana, ma i ricordi più belli sono le cene nella nostra taverna. Carrie e Luke sono innamorati dell’Italia e ora tocca a loro farci scoprire gli angoli più belli del Texas come gli sterminati prati di bluebonnets. Tra gli higlights di quell’ultimo viaggio a Austin c’è sicuramente la cena a casa di Jim e Katy, la mamma di Carrie, pittrice, artista, donna e cuoca meravigliosa. Anche con loro è nata immediatamente una bellissima amicizia che è proseguita con viaggi e incontri tra l’America e l’Italia con il fantasma di Townes Van Zandt a illuminare la strada. 

Carrie e Andrea in Sanremo-2

Katy era amica di Townes e di tutti quei poeti cantautori texani degli anni 70: Guy Clark, David Olney, Richard Dobson, Blaze Foley, Eric Taylor e ovviamente il suo ex marito e padre di Carrie, David Rodriguez. Carrie ha cominciato giovanissima a suonare il violino e a cantare al fianco di Chip Taylor, fratello dell’attore John Voight e quindi zio di Angiolina Jolie ma soprattutto autore di brani immortali come Wild Thing, portata al successo da Jimi Hendrix. Carrie è una delle più importanti cantautrici e violiniste americane e ha collaborato con Lucinda Williams, John Prine, Patty Griffin, Rickie Lee Jones, Mary Gauthier, Los Lobos, Alejandro Escovedo e Bill Frisell. Ho conosciuto Carrie i primi anni che andavo a Austin. Suonavamo entrambi in un locale honkytonk fuori città, mi sembra fosse a Manor ed era stato Richard Dobson a organizzarmi quel concerto. Carrie è la mia cugina texana, con i capelloni ricci come i miei e tra le cose più emozionanti che ho fatto con lei c’è sicuramente il concerto al Cactus Cafe, il locale storico universitario di Austin dove suonava Townes. Il meraviglioso violino della mia cugina americhicana è sulla ballata irish Tutti i Pesci del Mare.

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