Corrado Stajano alla Ubik con "L'eredità" 7 settembre 2017
Giovedì 7 settembre, alle 18, Corrado Stajano presenta alla Ubik di Como, in occasione dei 10 anni di attività, il suo nuovo romanzo "L'eredità". L'autore dialoga con Paolo Di Stedano, scrittore, giornalista del Corriere della Sera e caporedattore de Il Saggiatore.
L'eredità
È il 1939: tra due ali di folla gioiosa sfilano Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop. I due ministri degli Esteri si sono riuniti a Como per definire l'imminente firma del Patto d'Acciaio. Alla parata assiste un bambino che sventola la bandierina italiana e quella germanica con la svastica. È un Figlio della Lupa, non ha ancora dieci anni. Sembra un'infanzia serena, la sua in riva al lago: il gelato in piazza, le pasticcerie e il giocattolaio, le figurine dei calciatori, la gita della domenica in battello. Gli scolari cantano inni marciando dietro al maestro in sahariana nera, salutano come gli antichi romani: non fanno così tutti i bambini del mondo? A Como vivono allora Alida Valli, l'attrice dall'anima inquieta, Giuseppe Terragni, il grande architetto razionalista e ammiratore ossequioso del fascismo, Margherita Sarfatti, la ninfa egeria di Mussolini, poi ripudiata dal suo Dux. Sono solo alcuni dei volti che rivivono fra queste pagine, in cui, con una scrittura intensa e delicata, Corrado Stajano racconta la città e torna a quel fatale 1939, ai giorni in cui l'Italia e il mondo si avvicinano alla tragedia con giuliva inconsapevolezza: sembra che uomini e donne non sentano la cappa che pesa sulle loro vite. Ma la guerra lacera ogni illusione. La guerra fa diventare adulti in fretta. Dopo solo sei anni, quel bambino, ora ragazzo, si ritrova frastornato nel groviglio di una Milano distrutta, un magma privo di forma e di colore, simbolo di tante esistenze spezzate, tra macerie, dolore e morte. La storia individuale di "Eredità" diventa storia collettiva. Sembrava che la Seconda guerra mondiale sarebbe servita a conservare per sempre la pace, il bene sommo: era un'utopia. Il mondo è anche oggi sull'orlo di guerre devastanti. La narrazione di Corrado Stajano aiuta a comprendere, grazie alla forza della memoria, il senso dell'irrinunciabile contemporaneità della Storia.
Riduci
Corrado Stajano
Laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano, è stato collaboratore, redattore, inviato della rivista Il Mondo di Mario Pannunzio, di Tempo illustrato, Panorama, Il Giorno, Il Messaggero. Dal 1987 al 2003 è stato articolista e inviato del Corriere della Sera. Dal 2003 al 2006 ha tenuto una rubrica sull’Unità. Dal gennaio 2010 scrive di nuovo sul Corriere della Sera. Ha lavorato a lungo per la Rai, autore di documentari televisivi di argomento politico, sociale, culturale. Tra gli altri: In nome del popolo italiano; Le radici della libertà; Nascita di una formazione partigiana, tutti con Ermanno Olmi. E poi: La repubblica di Salò (con Gianfranco Campigotto) e La forza della democrazia (con Campigotto e Marco Fini), dalla strage di piazza Fontana del 1969 al terrorismo. Ha scritto numerosi libri (vedi sotto). Professore a contratto nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Padova nell'anno accademico 1985-1986, senatore della Repubblica come indipendente nelle liste del Partito Democratico della Sinistra nella XII legislatura (1994-1996). Ha fatto parte della Commissione Giustizia e della Commissione parlamentare antimafia.Compare nel ruolo di se stesso nel film Aprile di Nanni Moretti[1], in una scena nella quale il regista romano lo intervista sulla sua esperienza da parlamentare, e sulla sua decisione di non ricandidarsi alle successive elezioni.