Tim Grimm e Ben Bedford in concerto all'Officina della Musica di Como
Tim Grimm celebra 20 anni di carriera pubblicando una nuova versione del suo straordinario album d’esordio, Heart Land, con un brano inedito e nuovi arrangiamenti. Esce in Italia su etichetta Appaloosa con tutte le traduzioni dei testi in italiano. Disco meraviglioso, già al suo esordio, ma ulteriormente migliorato, come la sua voce che è invecchiata come un buon vino e gli arrangiamenti che vedono il coinvolgimento dei figli Jackson e Connor. Sul palco dell'Officina della Musica di Como, lunedì 4 novembre, Tim Grimm sarà accompagnato dal figlio Jackson e da Ben Bedford, ottimo giovane songwriter che proporrà anche alcuni brani del suo disco The Hermit’s Spyglass.
Tim Grimm ha suonato e collaborato col suo grande idolo e amico Ramblin Jack Elliot, ha recitato al fianco di Harrison Ford e ha diviso il palco con il poeta Wendell Berry. Ha pubblicato una dozzina di dischi che hanno raggiunto la cima delle classifiche di musica folk e roots, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Il suo genere spazia dal folk al country, mantenendo una forte matrice rurale sia nei testi sia nell’accompagnamento delle canzoni. La sua calda voce da narratore si circonda di strumenti tradizionali e la critica lo ha spesso paragonato a Johnny Cash, Woody Guthrie, John Prine e lo Springsteen di Nebraska.
Dopo alcuni anni passati a Los Angeles, dove ha lavorato moltissimo come attore, Tim Grimm è ritornato nella sua fattoria di 80 acri nell’Indiana, per dedicarsi alla musica e alla sua famiglia. Nel 2000 Tim Grimm pubblica il suo disco d’esordio che è l’album manifesto della sua scelta di vita di dedicarsi alla campagna, di prendersi tempo e cura per le piccole cose e per i grandi valori, nel cuore della sua terra. Così nasce Heart Land che contiene canzoni meravigliose come 80 Acres, Better Days, Stayin in Love, That Old Man, Pumpkin the Cat, She remembers e Snowin on the Mountain del suo grande mentore Ramblin Jack Elliott.
Esattamente 20 anni dopo e con una dozzina di dischi alle spalle, Tim, decide di riprendere il suo capolavoro. Aggiunge una nuova canzone, Love More, e coinvolge sua moglie Jan e i figli Jackson e Connor, che all’epoca avevano 5 e 7 anni e furono sicuramente fonte d’ispirazione per le canzoni di quel disco e per la scelta di vita che lo aveva riportato alla sua terra, lontana dalle grandi città e dalla carriera di attore che stava vivendo a Los Angeles. Ora Jackson e Connor sono parte attiva della band di Tim e portano una nuova linfa alle canzoni pur mantenendo un forte legame alle tradizioni del folk e del songwriting americano. Lo studio di registrazione è lo stesso di 20 anni fa e anche la produzione è affidata ancora a Dave Wilber così come non poteva mancare il pianista Dan Lodge-Rigal che aveva partecipato alle session originali. Passato e moderno si prendono per mano per riconfermare a distanza di 20 anni che niente è cambiato, che quella è stata la scelta giusta che ha fatto sì che Tim Grimm realizzasse piccoli capolavori, semplici e diretti, carichi di dettagli e sfumature per riportarci dove tutto è cominciato. Heart Land again è un album meraviglioso e una dichiarazione d’amore per le persone e i luoghi in cui l’artista americano è cresciuto.
Ci sono tesori nascosti nel songwriting americano e Ben Bedford (nella foto sopra) è uno di questi. Ben è un giovane songwriter dell’Illinois che si ispira a Woody Guthrie, Bob Dylan, Townes Van Zandt e Guy Clark. Arrangiamenti essenziali, dove la chitarra è accarezzata da una viola o da un violino per fare da cornice a testi molto poetici e a canzoni di denuncia sociale, cantati da una voce davvero bella e convincente. Il debutto discografico risale al 2008 (Lincoln’s Man). L’anno successivo esce Land of Shadows e la critica muove paragoni importanti con Bill Morrisey, Greg Brown e Jeffrey Faucault. Si conferma ancora su altissimi livelli nel 2012 con What we Lost ma la consacrazione definitiva arriva con The Pilot and the Flying Machine (2016), un disco profondo e poetico, con un arrangiamento giocato tutto su chitarra e archi e la voce della moglie Kari Bedford nei delicati controcanti, evocando melodie e atmosfere figlie dei Cowboy Junkies.
Ballate malinconiche e luminose che profumano di legno e che arrivano diritte al cuore dell’ascoltatore. Il suo songbook è impreziosito da storie epiche e da ritratti di personaggi d’altri tempi che fanno di Ben Bedford uno degli storyteller più interessanti della nuova narrativa americana. Nel 2017 Ben Beford partecipa col brano Snow don’t Fall al doppio cd tributo al suo idolo Townes Van Zandt intitolato When The Wind Blows e prodotto dall’etichetta italiana Appaloosa Records. Quello di Ben Bedford è uno degli episodi più toccanti di questa straordinaria raccolta di 32 canzoni alla quale partecipano personaggi del calibro di Joe Ely, Terry Allen, Chris Jagger e Malcolm Holcombe. Nel marzo del 2018 Ben realizza un nuovo disco dal titolo The Hermit’s Spyglass, un concept album interamente dedicato al suo gatto Darwin e al tempo magico che hanno trascorso insieme nella loro casa sperduta in una prateria dell’Illinois. Un disco surreale e ironico dove non mancano spiritualità e momenti di profonda riflessione.