Mauro Ermanno Giovanardi, dai La Crus a Pasolini: live a Como da Nerolidio
La musica, il testo, la voce. L’alchimia di questi elementi determina la grandezza di una canzone d’autore. Spogliatela da ogni orpello, rimettetela all’essenza: un piano o una chitarra e la voce. Facciamo due esempi con due voci opposte: Bob Dylan che canta la sublime Buckets of Rain in More Tracks More Blood, episodio 14 delle Bootleg Series, e Nick Cave che intona Love Letter in No More Shall We Part. Nel primo caso un timbro fastidiosamente meraviglioso, unico, subito riconoscibile; nel secondo caso un timbro di una bellezza assoluta, profondamente suo, cristallino. Due voci agli antipodi ma entrambe capaci di scavare solchi permanenti lungo le strade rosse della musica d’autore. Tracce che ti tengono in carreggiata, ancorandoti ad alcuni principi che continui a ricercare nelle canzoni. Poi si può anche sbandare ma alla fine c’è sempre una voce che ti riporta a casa. Ad esempio quella di Mauro Ermanno Giovanardi, così evocativa, così necessaria, basterebbe ascoltare Io confesso, almeno per chi scrive e avrà l'onore di accompagnarlo in questa speciale occasione di racconti e canzoni sul palco del Nerolidio di Como il 27 aprile. Prenotazione obbligatoria allo 031.507128.
La mia generazione (disco assolutamente da possedere nella versione in doppio vinile) è la perfetta sintesi del suo stile: un lungo abbraccio agli anni ’90 dove trova posto anche Nera signora. Un brano che arriva da lontano, dall’omonimo debutto dei La Crus del 1995 per incontrare in questa superba pubblicazione le raffinate atmosfere che stanno guidando Giovanardi fin da Cuore nudo, il suo esordio solista. L’intensità è una delle caratteristiche che rendono Giovanardi un interprete eccezionale, capace di fortificare anche pezzi non suoi: se a questo elemento unite il calore di una voce di rara bellezza, capirete per quale motivo La Mia generazione è un disco speciale. Forse l’unico album prodotto in Italia che sia paragonabile ai primi lavori della serie “Americana” di Johnny Cash prodotta da Rick Rubin.
?Mauro Ermanno Giovanardi, che non perde mai il bellissimo vizio di contagiare con la melodia ogni cosa che canta, ridisegna in questa serata il percorso artistico della sua carriera, con uno spettacolo intenso, raffinato e struggente, con l’approccio e lo stile che lo ha sempre contraddistinto. La tracking list è divisa in 3 parti; la prima è dedicata ai 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, il più grande intellettuale del nostro ‘900 e da cui prende spunto il titolo della serata, ovvero dal singolo appena pubblicato, Cosa resterà. La seconda è ispirata da alcuni brani storici dei la Crus; la terza dalle sue composizioni da solista. Le atmosfere sono evocative, dal sapore western morriconiano e minimale al tempo stesso per dare sempre più spazio alla voce e alla chitarra di Marco Carusino. Quella di Giovanardi è una storia in perfetto equilibrio tra la forza del rock e l'eleganza della musica d'autore, tra l'innovazione musicale e la qualità dei testi, tra la produzione di canzoni originali e l'omaggio alla tradizione, cucendosi addosso come un abito sartoriale le sue diverse anime. Fatte di momenti intimi ed emozionali e al tempo stesso di grande forza espressiva