Non c'è cura per l'amore: a Cantù l'omaggio a Leonard Cohen
Senza un anniversario particolare, senza un motivo per festeggiare, neppure perché è San Valentino (ma se volete ascoltare le più belle parole d'amore mai scritte è la sera giusta), ma solo perché amare Leonard e dimostralo ricordandolo con le sie canzoni è un atto di fede.
Sul palco Sara Jane Ceccarelli (vincitrice dell'edizione 2019 del contest de L'Isola che non c'era), Gian Battista Galli dei Sulutumana, Marco Belcastro e Clara Zucchetti, Elena Fasola e Alessio Brunialti.
Personalmente continuo a pensare che chiunque fosse riuscito a cantare con la stessa voce di Leonard Cohen, avrebbe avuto buone speranze di conquistare anche Kate Moss. Va bene, lo so che con la top model più famosa del mondo è bastato saper cantare come Pete Doherty. In ogni caso, una cosa è certa: il fascino di Leonard Cohen, mentre intona I’m Your Man, con una profondità vocale che persino il grande Alberto Lupo quando duettava con Mina si sognava, non può lasciare indifferente l’universo femminile: “se vuoi un amante farò ogni cosa che mi chiederai, e se vuoi un altro tipo d'amore vestirò una maschera per te”. Se vuoi un dottore, ti esaminerò ogni centimetro”. Fate voi.
Non che poi, rimanendo al disco in questione, il livello di tensione emotiva si abbassi quando in Ain’t no Cure For Love Leonard sussurra sconfitto che “tutte le navi spaziali stanno salendo nel cielo”, che ”i libri sacri sono aperti” e che “i dottori stanno lavorando giorno e notte”, ma che non c’è niente da fare, “mai troveranno la cura per l'amore”. Ma siamo nel 1988, l’estate dell’amore è finita da un pezzo, ora c’è un muro che traballa, che ha bisogno solo di un ultimo colpo. E così Cohen si lancia in un audace manifesto, First We Take Manhattan, un “piccone” tutto da interpretare: “prima prendiamo Manhattan e poi Berlino”,
E poi a Vienna per un walzer, a Phoenix per un ultimo mazzo di cactus da donare alla donna che non può dimenticare, prima di correre nuovamente in cima alla torre della poesia. Perché in fondo, lo ricorda lui stesso all’inizio di questo disco un po’ strambo, Cohen è solito vivere di ciò che scrive e canta. E’ lui il vostro uomo?