"Io vi amo a voi comaschi": Alberto Fortis getta la maschera e si racconta all'Officina della Musica
Mercoledì 17 aprile, alle 21, serata d’onore con Alberto Fortis all'Officina della Musica di Como. L'artista si esibirà in una serata tra racconto e canzoni, presenta Alessio Brunialti. È fortemente consigliata la prenotazione.
Il primo omonimo album di Alberto Fortis, pubblicato nel 1979, molti lo ricordano ancora oggi soprattutto per l’infuocatissima A voi romani. Un violento attacco al potere della Capitale, e non certo al suo popolo, che fa subito discutere, soprattutto perché arriva da un giovane cantante di Domodossola, di base prima a Roma e poi a Milano. Il disco, bellissimo, certamente uno dei più intensi del decennio, è però ricco di altre canzoni importanti come Milano e Vincenzo, secondo attacco al potere, in questo caso quello dell’industria che utilizza l’arte per soddisfare i propri bisogni economici, e La sedia di lillà con la sua turgida sofferenza per la malattia e l’amicizia tradita. Ma è con il concept album Tra demonio e santità, tutto focalizzato sull’interazione e sul dialogo tra il Bene e il Male, che Fortis, solo un anno più tardi, arriva al suo capolavoro irripetibile.
Fatta eccezione per la radiofonica T’innamori, scelta come singolo per catturare anche gli ascoltatori più distratti, tutte le altre canzoni del disco si basano su una struttura sonora molto più complessa, a partire dalla proverbiale suite, divisa in tre parti, che regala il nome all’opera seconda di Alberto Fortis. Tra demonio e santità è una lunga cavalcata, quasi 13 minuti in tutto, in balia delle onde musicali di un ispiratissimo autore, trasportato in questa occasione dal mare impetuoso che si apre a peccato e redenzione. Fortis lo doma d’istinto, senza sbagliare mai. Non c’è una sola canzone da buttare dalla sua nave coraggiosa: ove la musica si piega al vento, è il testo a spingere il vascello e viceversa. Bene insomma e Prendimi fratello remano con vigore verso la fine di un viaggio che, prima di offrire le visioni di Al di là della porta di vetro e di arenarsi con dolcezza sulle spiagge di Parlando ai grandi, cattura un altro tesoro con Dio volesse.
Anche in questo caso la cifra compositiva porta Fortis a dividere il brano in due parti musicalmente molto diverse tra loro: la prima è una preghiera notturna in leggera salita che conduce fino alle porte di un glorioso coro celestiale; la seconda è invece un’impetuosa discesa che inizia così: “Portami in coro dagli angeli, portami dritto da lei se corri in cielo coi sandali, Signore, fallo coi miei, quando ti sentirai libero, stracciali e buttali a me, mi basterà la tua musica per camminare con te”. Ma il finale, che suona quasi come un epitaffio, è invece un inno alla sopravvivenza in terra: “Te che oramai io uso come alibi d’amore, perché è davvero orribile accettare il niente…”.
Fine di un altro piccolo miracolo discografico nato all’inizio degli anni Ottanta ma ancora figlio del decennio precedente. La Milano da bere è dietro l’angolo, il potere politico si sposta nella metropoli lombarda e porta con sè il veloce, e in parte inaspettato, declino artistico di Fortis, incapace di ritrovare in quel clima nuovi stimoli all’altezza dei suoi primi dischi. La sua musica viene quasi dimenticata, tanto che ci vorranno quasi trent’anni prima che Tra demonio e santità venga finalmente pubblicato in cd. Accadrà solo nel 2008, in parte spiegando le ragioni che portarono Fortis a scrivere Milano e Vincenzo. Anche Vincenzo Micocci, discografico a cui erano rivolte le invettive di Alberto, se ne andrà nel 2010, trascinando altrove un’epoca stretta dall’abbraccio dello stesso Alberto Fortis, che riproporrà quella canzone cantando in quei tristi giorni: “Vincenzo io ti abbraccerò” e non più: “Io ti ammazzerò”.
Ora Fortis è di nuovo in tour, con un fardello di canzoni importanti e un pubblico che non ha dimenticato quando riempiva i Palasport. Tra l'altro il suo ominimo debutto, che ha compiutoproprio quest'anno 40 anni, è stato da poco ristampato in una splendida nuova versione in vinile giallo.