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Economia

Zero prenotazioni e tante cancellazioni, turismo sul Lago di Como in crisi: il grido d'allarme dei sindacati

GLi effetti del coronavirus sull'occupazione nel settore turistico lariano

Il turismo è sicuramente tra i settori che per primi e più di altri sul territorio lariano avvertono le ripercussioni dell'emergenza coronavirus. Ristorazione, alberghi e case vacanze sono già in crisi. La stagione, quella redditizia per il settore, sarebbe dovuta iniziare proprio in questi giorni, ma molte attività stanno rimandando l'apertura. Gravi le perdite economiche che, secondo i sindacati comaschi, si ripercuoteranno anche e soprattutto sull'occpazione dei posti di lavoro. Molti lavoratori stagionali tarderanno a entrare in servizio, altri invece non verranno assunti, e il pagamento degli stipendi potrebbe essere rimandato.

"A oggi, a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione turistica, con l’apertura di tutte le strutture ricettive - spiega Fabrizio Cavalli, Filcams Cgil Como -  le informazioni che abbiamo contano un alto numero di disdette  nel breve periodo e, attualmente, una mancanza di prenotazioni per il periodo estivo, che rappresenta il fulcro dell’intera stagione.
A pagarne le conseguenze, oltre a tutto il sistema economico, saranno  i lavoratori del settore. Gli alberghi stanno posticipando le aperture e di conseguenza le assunzioni dei lavoratori, e chi ha già aperto si mantiene ad un regime minimo".

L'augurio è quello che la stagione possa riprendersi. Il rischio è una pesante ripercussione a livello occupazionale sia in termini di addetti, che in termini di reddito. Inoltre, il sistema di calcolo del periodo di disoccupazione, che prevede il diritto alla Naspi per una durata pari alla metà di quanto si è lavorato, comporta una ulteriore grave penalizzazione. Ci saranno persone che rimarranno scoperte da reddito e contributi a causa del posticipo dell’assunzione, e che verranno ulteriormente penalizzate l’anno prossimo quando la maturazione della Naspi non sarà sufficiente a garantire la copertura di tutto il periodo,  tra la fine della stagione 2020 e l’inizio della successiva.

"A essere penalizzate - conclude Cavalli -  saranno anche le aziende del settore che rischiano di veder sfuggire il proprio personale che potrebbe rivolgersi altrove per cercare occupazione. Riteniamo urgente attivare un tavolo di confronto con le associazioni di categoria per fare il punto della situazione e richiedere alle Istituzioni l’attivazione di misure di sostegno che tengano conto anche di questa problematica".

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