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Poste Italiane, anche a Como il 4 novembre sciopero in tutti gli sportelli
E' iniziata lunedì 24 ottobre lla mobilitazione dei sindacati di Poste Italiane contro l’annunciata privatizzazione dell’azienda (con l’ulteriore cessione del 30 per cento) e la “riforma” del recapito a giorni alterni. Slc Cgil, Slp Cisl, Failp...
E' iniziata lunedì 24 ottobre lla mobilitazione dei sindacati di Poste Italiane contro l'annunciata privatizzazione dell'azienda (con l'ulteriore cessione del 30 per cento) e la "riforma" del recapito a giorni alterni. Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni hanno indetto da una settimana il blocco delle prestazioni straordinarie e aggiuntive (che si concluderà il 23 novembre prossimo), mentre per venerdì 4 novembre è stato proclamato lo sciopero generale nazionale di tutti i dipendenti.
I sindacati chiedono al governo "che l'azienda non sia totalmente privatizzata, che sia mantenuta l'unicità aziendale, che si utilizzino gli utili di bilancio per continuare a migliorare i servizi e le condizioni di lavoro". Poste Italiane "non si svende e, per il servizio che rende al paese, deve rimanere a maggioranza pubblica". Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni chiedono al management "di dare attuazione al piano industriale con serietà" e contestano "l'attenzione esclusiva riservata al segmento finanziario: Poste è anche un'azienda logistica di primaria importanza nel panorama italiano e vuole continuare a esserlo".
Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni rimarcano anche i carichi di lavoro "massacranti" per gli addetti agli sportelli e le pressioni commerciali "al limite del ricatto" subite da tutto il personale. In conclusione, affermano che "non si possono chiudere uffici postali solo perché in zone disagiate, non si può continuare a ignorare la necessità di personale agli sportelli e non si può trattare il dipendente postale come fosse un venditore a cottimo, spinto solo a collocare prodotti in una insana e inefficace rincorsa dell'obiettivo di budget".