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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Mercato di Como: tra Italia e Resto del Mondo è quasi pareggio

La fotografia di oggi racconta un mercato sempre più "straniero"

Si chiama Italia e insieme al figlio gestisce una bancarella di abbigliamento al mercato di Como dal 1984. Il suo nome non le piace ma non le piace nemmeno la "fine" che sta facendo il mercato di Como: "Oramai si guadagna pochissimo, nemmeno la metà di quanto si incassava negli anni '90, le persone oggi vanno tutte nei centri commerciali. Gli italiani presenti al mercato sono sempre meno e quando vogliono lasciare la bancarella, che un tempo valeva oro, subentrano solo stranieri". I numeri dicono che delle circa 150 bancarelle censite oggi quasi la metà non sono più riconducibili a commercianti italiani. Ma chi sono gli stranieri? La maggior parte di loro arrivano dal Pakistan: abbiamo contato quasi una quarantina di attività gestite da pakistani, che in alcuni casi sono però presenti al mercato anche da oltre 20 anni. Ben rappresentato il Nord Africa, Marocco e Senegal, qualcuno proviene poi dal Bangladesh, mentre sono sorpendentemente ancora pochi i cinesi, probabilmente più inclini ad aprire negozi e bazar. Ma è dalla Cina, o meglio dall'avamosto cinese di Prato, che arrivano invece molti capi di vestiario in vendita al mercato.

Alcuni esercenti italiani si lamentano di questa "invasione" e si spingono a ipotizzare irregolarità amministrative mai punite. A questo proposito abbiamo sentito Angelo Basilico, direttore di Confesercenti Como, che conosce bene la situazione: "Il problema della morosità della Tosap (la tassa di occupazione del suolo pubblico, ndr) esiste ma non riguarda solo gli stranieri. Poi anche in questo caso bisogna distinguere tra chi non la paga perché oggettivamente in difficoltà e chi invece prova a fare il furbo. Il meccanisco di riscossione da parte di Ica, la società che gestisce la Tosap per conto del Comune, è complesso e spesso ci vogliono anche 3 anni per recuperare la tassa con pesanti aggravi per i commercianti. Di certo il mercato coperto è cambiato e sarà sempre più straniero, a Como così come nel resto d'Italia. La società è complessa, ci vorranno tempo e pazienza prima di risolvere molte situazioni che in alcuni casi possono anche essere al limite della legalità, soprattutto laddove alcune attività sono solo l'escamotage per farsi rinnovare il permesso di soggiorno": 

Se in soleggatto un martedì mattina di primavera la fotografia del mercato coperto di Como è abbastanza chiara, ci sono anche voci fuori dal coro che imputano la fuga di italiani dal mercato al fatto che non esiste un cambio generazionale: "I nostri ragazzi non hanno più voglia di lavorare, stare al mercato tutto il giorno è faticoso". Uscendo da tutti i luoghi comuni, sia quelli verso gli stranieri, sia quelli verso i giovani, va comunque detto che il mercato è uno spaccato del nostro Paese molto rappresentativo, con tutte le sue contraddizioni, con i suoi pregi e i suoi difetti.

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