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Holcim, a Merone sciopero totale. Parola d'ordine: "Resistere"

I lavoratori della Holcim di Merone stamani (mercoledì 16 gennaio 2013) hanno incrociato le braccia. Sciopero senza se e senza ma a cui hanno aderito tutti. Nessuno, infatti, stamani ha lavorato. E la solidarietà è arrivata dai lavoratori di tutto...

I lavoratori della Holcim di Merone stamani (mercoledì 16 gennaio 2013) hanno incrociato le braccia. Sciopero senza se e senza ma a cui hanno aderito tutti. Nessuno, infatti, stamani ha lavorato. E la solidarietà è arrivata dai lavoratori di tutto il gruppo. La parola d’ordine è “resistere”, perché le prospettive per i lavoratori non sono delle migliori. Entro il 2013, la multinazionale svizzera che produce cemento, ha previsto il taglio di 180 esuberi. Almeno un centinaio sono solo a Merone. Il de profundis di un’intera comunità. Ma stamattina davanti al piazzale della sede, i lavoratori hanno voluto dare un segnale forte e soprattutto di unità.

Sindacati e lavoratori uniti

Insieme agli operai, anche i rappresentati sindacali e i delegati di Ternate, Marano, Cerusco e Ravenna. Insieme a loro, anche il sindaco di Merone Pietro Brindisi, il sindaco di Lambrugo Leonardo Mario Dossena e il consigliere regionale del PD Luca Gaffuri. I lavoratori hanno acceso i fuochi per cercare di combattere il freddo intenso. Hanno appeso dei manichini agli alberi, praticamente degli impiccati in bella vista. E poi hanno preparato un ironico regalo per la dirigenza: un monumento “inaugurato” oggi per l’occasione. Intorno alle 10 hanno preso la parola i rappresentanti sindacali e della RSU dell’azienda. Per la Cgil Fillea Cgil, il segretario regionale Ivan Comotti: “L’azienda non ci ha annunciato nessun piano industriale. La logica dell’azienda è quella di focalizzarsi sulle grandi opere ma non ci sarà neanche un euro di investimento. Se ci focalizziamo solo sulle grandi opere, cosa succederà dopo il 2016?”. C’è rabbia fra i lavoratori che rimproverano alla dirigenza, soprattutto, la scarsa considerazione che l’azienda sembra abbia avuto nei loro confronti, comunicando questa decisione venerdì scorso.

La rabbia e le critiche

Astrid Scattoni, un’impiegata della Holcim, intervenendo al presidio urla, letteralmente, la propria rabbia: “Ho dei sentimenti contrastanti. Non vi nego che venerdì sera ho pianto, ma sono incavolata nera!”. Durante la mattinata sono intervenuti Maurizio Conti e Marco Rigamonti (RSU), Astrid Scattoni e Marco Bestetti, lavoratori della Holcim. Oltre al segretario Comotti, per la Cisl Como era presente Mario Piscinelli e Alessandro Tarpini. Salvatore Monteduro per la UIL e Riccardo Cutaia per la Feneal Uil. Per la Filca Cisl, il segretario regionale Battista Villa. Il sindaco di Merone, Pietro Brindisi, ha letto una lettera del vicesindaco, assente per motivi istituzionali. Salvatore Monteduro dichiara: “Questo è un problema che deve essere risolto. Chiediamo all’azienda di sedersi intorno ad un tavolo”. Il segretario Battista Villa, rimarca: “Sappiamo benissimo della crisi dell’edilizia, ma dobbiamo uscirne insieme. Non si può mettere ogni volta la croce sui lavoratori”. Su un possibile incontro con i dirigenti, Villa dichiara: “C’è un po’ di schizofrenia. Prima ci hanno annunciato i 180 esuberi al tavolo, poi i dirigenti mandano le mail ai lavoratori. Stiamo cercando di mettere insieme tutto, ma non si può certo partire una trattativa con 180 esuberi”. Anche Maurizio Conti, delegato RSU, dichiara: “Abbiamo bisogno di un piano industriale serio. 180 esuberi non è realtà. E’ preferibile che il cemento venga fatto in Italia piuttosto che portato con le navi dalla Cina”. Anche Luca Gaffuri ha preso la parola: i lavoratori, oltre ad esprimere rabbia contro la dirigenza accusata di prendere lauti compensi in barba alla crisi, riversano la propria insofferenza nei confronti della classe dirigente: “Mi sembra evidente che vi sentiate in questo momento soli e abbandonati. Io vi dico che noi ci siamo, siamo al vostro fianco. Quest’azienda ha generato ricchezza per chi ci ha lavorato e per chi ha investito. Non deve essere chiesto soltanto il sacrificio ai lavoratori. Da parte mia e di Chiara Braga rinnoviamo la disponibilità ad esserci”. Ma i lavoratori rumoreggiano: “Bisognava pensarci prima”.

Il monumento

Alle 11.00 circa è stato “inaugurato” il monumento costruito dai lavoratori della Holcim, regalo fatto alla dirigenza che proprio oggi avrebbe dovuto ritirare un premio a Milano. Il monumento rappresenta un grosso euro girato al contrario, adagiato su un enorme “1”. Sul piedistallo, alcuni giocattoli, un computer, il caschetto per la sicurezza e un camion. L’euro rappresenta la crisi economica, il numero 1 è lo spirito dell’azienda, i giocattoli sono le famiglie dei lavoratori, il caschetto rappresenta la sicurezza, il camion il trasporto del materiale edile e il computer la tecnologia. Domani si rientra a lavoro, ma la battaglia è appena cominciata. Venerdì ci sarà un’assemblea in aula magna alle 21.00, mentre martedì prossimo a partire dalle 8.00 si svolgerà una manifestazione per le vie della città che terminerà a palazzo comunale, dove il sindaco riceverà i lavoratori.

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