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Economia

Confesercenti e sindacati di Como, bene le chiusure domenicali dei centri commerciali

Di Maio ha promesso una legge entro la fine dell'anno, Gdo contraria

Il vicepremier, nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio ha messo il piede sull'accelleratore: entro la fine dell'anno arriverà in parlamento una legge che impone lo stop la domenica e nei giorni festivi delle aperture agli esercizi e ai centri commerciali. Mentre Gdo lancia l'allarme, affermando che con questo provvedimento si metteranno a rischio almeno 40.000 posti di lavoro, in città Confesercenti e sindacati si schierano nettamente a favore di una legge che potrebbe rivoluzionare le abitudini di molti comaschi. 

"Questa è una battaglia che Confesercenti porta avanti da anni - dice Claudio Casartelli di Confesercenti - per ristabilire un equilibrio tra grande distribuzione e piccoli commercianti, che restano una risorsa preziosa per l'economia. Occorrre riequilibrare il settore e restituire dignità ai lavoratori. I dati dicono che l'occupazione e i fatturati non sono aumentati ma sono stati splamati su sette giorni invece che su sei. Benefici reali non ce ne sono stati e restiamo quindi convinti che la strada ipotizzata da Di Maio sia quella giusta. Le aperture domenicali vanno regolamentare e anche su quelle H24 occorrerà intervenire, magari pensando a una turnazione come quella per le farmacie o comunque legata alle necessità del periodo". 

Sulla stessa lunghezza d'onda, pur con dei distinguo, Marco Fontana, segretario provinciale di Filcams Cgil: "La nostra posizione è favorevole alla regolamentazione. Da anni combattiamo il decreto Monti, è una nostra battaglia storica. Le aperture domenicali hanno comportato una grande sacrificio da parte dei lavoratori a dispetto della qualità della loro vita sociale. Per contro la liberalizzazione selvaggia non ha portato all'aumento dei fatturati ed è per questo che non temiano perdita di posti di lavoro nel caso venisse approvata la legge promessa da Di Maio. Anche sulla questione delle aperture notturne dei supermercati, che non rientrano nei servizi d'urgenza ai cittadini, occorrerà comunque avviare trattative tra le aziende e i lavoratori". 

Questa dunque la situazione. Resta da capire reagiranno i clienti oramai abituati a fare la spesa a qualsiasi ora di qualsiasi giorno. La lunga fila domenicale da Starbucks a Milano, con centinaia di persone in coda per un caffè in una meravigliosa giornata di sole, dovrebbe però far riflettere su come siamo arrivati al punto che la gente preferisca "perdersi in un supermercato" piuttosto che in un prato. 

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